Ancora
non mi e' chiaro dove e con chi saro' quando l'orologio segnera' le
00:00 di un giorno...un anno nuovo...portando nuove opportunita' e
nuove avventure. Come potrebbe essere altrimenti, qui in India?!?
Improvvisare! Soprattutto se non si capisce la lingua locale :p
Ciao
2011! Grazie per tutto quello che mi hai donato. A modo tuo mi hai
fatto crescere, mi hai visto muovere tanti passi. Tra risate, pianti,
fatica e soddisfazioni. Ora e' tempo di salutarci. Senza rimpianti e
con lo sguardo rivolto fiducioso al futuro.
Presenziare
a una riunione su un
progetto umanitario nascente e' decisamente interessante, ma
assistere a una discussione tra 12 indiani, che parlano in Telugu
tutti insieme, non ha prezzo!
Per
riprendermi dalla giornata di meeting un giro per bazar e un po' di
frutta era davvero quello che ci voleva.
Se
poi, ora, potessi avere anche un massaggio alle gambe per alleviare i
dolori post ginnastica di stamattina, mi sentirei in paradiso :D
Stamattina
mi sono finalmente data al salto della corda. Era ora che iniziassi a fare
attivita' fisica, se non altro per evitare l'atrofizzarsi dei muscoli
:)
Unico
pensiero: voglio vedere quanto reggono le ginocchia sollecitandole
coi saltelli...in piu' sono totalmente imbranata...va beh,
imparero'...spero prima di scassarmi del tutto!
Dopo
pranzo mi ha contattata la ragazza spagnola che verra' a fine
gennaio. La conversazione e' stata un super mix di inglese, italiano
e spagnolo. L'importante e' capirsi, no?!
Il
vento ha imperversato tutto il giorno. Pare sia in arrivo un ciclone.
M., che era con me in visita a Bollapalli, me l'aveva accennato ieri,
guardando le immagini del mare mosso su un giornale: “E' colpa
di una depressione sull'Oceano. Sta per arrivare un ciclone”.
Stamattina la conferma da un altro quotidiano. Ma che gioia, era
proprio quello che chiedevo per finire nel migliore dei modi il 2011!
Stamattina
ci siamo mossi di buon'ora per continuare la nostra visita ai
villaggi beneficiari del progetto “Water & Sanitation”
supportato da AIB. Avendo fissato il rientro a Chilakaluripet in
serata, non potevamo dilungarci troppo in un calmo e rilassato
risveglio.
La
prima tappa del nostro tour e' stata Nayudu Palem. In questo
villaggio vivono 250 famiglie alle quali, un anno fa, e' stato
fornito un impianto di purificazione dell'acqua con una capacita'
produttiva di 500 l all'ora per 5 ore al giorno. Gli abitanti del
villaggio hanno dimostrato grande entusiasmo e tanta riconoscenza,
perche' la quantita' d'acqua potabile prodotta non solo e'
sufficiente per coprire il loro fabbisogno giornaliero, ma consente
anche di vendere una parte in eccesso ai villaggi limitrofi. Il
prezzo per ogni tanica da 20 l, qui, e' di 3 Rs. Gli introiti vengono utilizzati per
coprire le spese di mantenimento dell'impianto, come per esempio la
pulizia e i nuovi filtri che regolarmente (ogni 2/3 anni massimo a
seconda della concentrazione di fluoruro nell'acqua) devono essere
sostituiti. A volte, si riesce a mettere da parte cifre sufficienti
anche per migliorare l'ambiente, per esempio pulendo le strade, cosa
che rende gli abitanti del villaggio particolarmente felici, perche'
permette loro di vivere in un contesto piu' carino e vivibile.
Il
centro non ha particolari problemi a reperire l'acqua, visto che
sorge vicino al canale e che quella nel sottosuolo e' a soli 50 m di
profondita', ma c'e' sempre il problema del fluoruro, sebbene la sua
concentrazione qui sia minore rispetto che in altri villaggi.
I
presenti alla nostra visita ci hanno riportato che nell'ultimo anno,
grazie all'impianto, i casi di persone con dolori articolari dovuti
al fluoruro si sono ridotti dell'80%, cosi' come sono praticamente
scomparsi quelli di persone con difficolta' di digestione. Anche le
donne incinta, fino a un anno fa particolarmente sofferenti durante
la gestazione e con problemi legati alla ridotta presenza di
emoglobina nel sangue, ora stanno bene e i valori delle loro analisi
del sangue sono rientrati nella norma.
La
tappa successiva e' stata in uno sperduto villaggio in mezzo alla
foresta (Yarrveni Chenchu colony), dove si e' insediata una colonia
di 57 famiglie appartenenti alla tribu' dei Chenchu.
Per
raggiungerlo abbiamo dovuto percorrere un sentiero dissestato per
circa 6 Km.
Il
villaggio non ha energia elettrica e per quanto abbiano acqua a
disposizione, grazie a un pozzo costruito con l'aiuto di
organizzazioni no profit, non dovrebbero berla perche' ricca di
fluoruro. Per questo e per l'inadeguata alimentazione, molte persone
soffrono di seri problemi alle articolazioni e alla vista, risultando
impossibilitati ad andare a lavorare. Lo Stato tarda a intervenire in
proposito, adducendo come giustificazione l'alto costo per collegare
questo piccolo centro abitato col villaggio piu' vicino. In linea
d'aria si tratta di 1 Km, in mezzo al quale scorre un fiume.
Anche
le case, se non sono rovine di costruzioni lasciate a meta', sono
semplicissime capanne di paglia e fango. Anni fa lo Stato aveva
destinato agli abitanti del villaggio delle somme di denaro per
costruire delle abitazioni, ma il costruttore ha utilizzato materiali
scadenti e in poco tempo le case sono crollate o sono rimaste senza
il tetto. Ultimamente si e' parlato di un ulteriore erogazione di
circa 45000 Rs a famiglia, cifra assolutamente non sufficiente per
costruire delle case, visto che l'importo per una costruzione base si
aggirerebbe sulle 100000 Rs. ASSIST sta vagliando la possibilita' di
intervenire in loro aiuto cercando fondi per integrare gli aiuti
statali e dare loro l'opportunita' di costruire delle strutture
solide e accoglienti.
Durante
l'incontro ci e' stato anche detto che la comunita' sarebbe
proprietaria di alcuni acri di terreno coltivabile proprio intorno al
villaggio. Purtroppo, pero', queste terre sono state occupate da
altre comunita', cosi' che e' nato un contenzioso, a cui lo Stato non
sta prestando le dovute attenzioni. Gli abitanti della colonia che
sono in grado di lavorare, si trovano pertanto costretti a coltivare
i campi di datori di lavoro che pagano poco, anziche' sfruttare la
loro energia per far rendere i terreni di loro proprieta'.
Anche
il trasporto e' un grave problema qui, innanzitutto per la quasi
inagibilita' dell'unico sentiero dissestato che collega il villaggio
alla strada principale piu' vicina, in secondo luogo per la mancanza
di mezzi di trasporto. Per raggiungere la fermata di autobus piu'
vicina, che dista circa 7 Km, gli abitanti del villaggio devono
spostarsi a piedi.
3
anni fa ASSIST e' intervenuta in aiuto di questo centro contribuendo
alle spese per la costruzione di una struttura adibita ad aula, che
permettesse ai bambini di andare a scuola, strappandoli cosi' al
lavoro minorile. Accanto c'e' un altro piccolo edificio che funge da
cucina.
ASSIST
si e' anche impegnata a fornire al villaggio 114 pannelli solari, 2
per famiglia, che permettano alla comunita' di sfruttare l'energia
solare, che qui certo non manca, cosi' da avere corrente elettrica
anche di notte. Questo intervento non solo dovrebbe ovviare ai comuni
problemi legati alla mancanza di corrente, ma dovrebbe anche aiutare
a tenere lontani i serpenti e altri animali che piu' di una volta
hanno attaccato gli abitanti del villaggio. I pannelli dovrebbero
essere operativi tra una decina di giorni.
Prima
di pranzo siamo riusciti a visitare anche Mannepalli Thanda, un
villaggio abitato da 250 famiglie. I bambini in eta' scolare sono
345, di cui ben 341 hanno la possibilita' di andare a scuola e
ricevere un'istruzione grazie al sostegno di ASSIST.
Anche
in questo centro e' stato installato un impianto per la purificazione
dell'acqua, grazie al contributo di AIB. Ogni ora si riescono ad
avere fino 1000 l. Considerando che la corrente elettrica e'
disponibile per 12 ore al giorno, la quantita' di acqua potabile
prodotta e' piu' che sufficiente a soddisfare le necessita' degli
abitanti del villaggio. La parte eccedente viene venduta (il prezzo
per ogni tanica da 20 l e' di 3 Rs) e il ricavato utilizzato per la manutenzione
dell'impianto, ad esempio per il cambio annuale dei filtri, o messo
da parte per mandare i loro figli alle scuole superiori. Inoltre, con
i risparmi vorrebbero costruire un impianto di illuminazione per le
strade e migliorare l'ambiente in cui vivono.
Per
l'uso domestico, il centro ha a disposizione una cisterna data in
dotazione dallo Stato, mentre l'edificio in cui si trova l'impianto
di purificazione dell'acqua e' stato costruito con i risparmi delle
famiglie che ne beneficiano.
Lo
Stato e' intervenuto anche per un progetto di costruzione di
abitazioni, a cui ha partecipato, come ente contribuente, ASSIST.
Nel
pomeriggio, infine, abbiamo visitato il villaggio di Veerappakunta
Thanda, raggiungibile percorrendo un sentiero sterrato e pieno di
buche, ma unico a disposizione.
Le
famiglie che vivono qui hanno accesso all'acqua grazie a un pozzo e a
una cisterna dati in dotazione dallo Stato, ma l'acqua non e'
potabile, cosi' che gli abitanti continuano a soffrire dei disturbi
causati dal fluoruro.
Parlando
coi presenti, e' sorto, oltre alla necessita' di accedere all'acqua
potabile, il bisogno di un progetto di “housing”, che permetta
loro di lasciare le capanne fatiscenti in cui, fino a oggi, si sono
visti costretti a vivere per mancanza di fondi.
Fortunatamente,
mi e' stato detto che i bambini hanno accesso a un'istruzione grazie
alla presenza di una piccola scuola statale poco fuori il villaggio.
Speriamo possano goderne il piu' a lungo possibile!
Facendo
ritorno alla strada maestra, il sentiero sterrato si e' rivelato
fatale: M. e il giovane neo assunto si sono prodigati nella manovra
del cambio gomma. Poveri!
In
macchina, diretta a casa, non ho potuto fare a meno di ripensare a
quanto ho visto e sentito in questi due giorni. Mi sono chiesta in
che modo questi villaggi potrebbero progredire e, contestualmente,
rendere partecipi i villaggi vicini dei benefici che sono stati dati
loro.
Un'idea
ce l'avrei, ma e' da discutere con molte piu' informazioni alla mano
per valutarne l'effettiva fattibilita'.
Col
mal di testa e tanta stanchezza, anche oggi direi che mi sono
guadagnata il meritato riposo.
Sono
nuovamente al Centro di Bollapalli. Stavolta, il tragitto per
raggiungerlo ha visto diverse tappe lungo la strada, permettendomi di
incontrare e scoprire nuove realta'.
Il
primo villaggio visitato e' stato quello di Jayanthiramapuram, dove H.
mi ha raccontato la storia della sua comunita'.
“Mi
chiamo H. e ho 16 anni.
In
questo villaggio viviamo in circa 110 famiglie, piu' o meno 450 persone, che si mantengono andando a lavorare nei campi.
Questa e' la stagione del peperoncino. Anche i miei genitori, come
gli altri, ora sono al lavoro.
Io
frequento la classe 10 e nel pomeriggio devo andare a seguire le
lezioni. Grazie alla scuola ho imparato l'hindi e l'inglese. Sono
molto contento per questo, cosi' ora posso parlare con te :)
Nel
villaggio abbiamo 7 pozzi, di cui, pero', uno non ha piu' acqua,
tanto che si vorrebbe costruire un sistema di tubature per collegarne
uno pieno al nuovo impianto per purificare l'acqua e renderla
potabile. Non solo l'acqua nei pozzi e' a una grande profondita'
(circa 400 m), quindi non facilmente reperibile, per di piu' non e'
affatto potabile, perche' e' ricca di fluoruro. Fino a un anno fa non
avevamo altra acqua a disposizione, pertanto tutti abbiamo sempre
bevuto quella contaminata. I problemi non sono mancati, purtroppo.
C'era chi aveva problemi di digestione e chi alla vista, ma la
maggior parte ha sofferto di dolori articolari, specialmente alle
ginocchia, assai sollecitate durante il lavoro. Cio' ha comportato
difficolta' ad andare a lavorare e la necessita' di far fronte alle
spese mediche necessarie per curare le diverse malattie, rendendo
ancora piu' precarie le condizioni economiche di alcune famiglie.
L'anno
scorso (da notare, il 28 dicembre :) ) abbiamo inaugurato un
bellissimo dono di AIB: un impianto in grado di filtrare l'acqua e
purificarla a sufficienza da renderla potabile.
La
capacita' produttiva e' di 500 l all'ora, ma le ore di energia
elettrica a nostra disposizione sono solo 4 al giorno. Per fortuna,
l'acqua prodotta e' sufficiente per il fabbisogno delle famiglie del
villaggio, che per uso domestico (igiene personale) ha a disposizione
5 pompe.
Da
quando abbiamo questo impianto le condizioni fisiche sono decisamente
migliorate, tanto che ora le persone possono andare a lavorare e
guadagnare di che mantenersi. E poi c'e' il fatto che, non essendo
piu' colpite da problemi fisici, le famiglie non devono piu' pagare
le cure mediche e possono pertanto risparmiare e investire in altro.
Anche
i villaggi vicini hanno notato i benefici tratti da questo impianto e
si stanno informando per poterne avere uno, anche perche' al momento,
per avere acqua potabile, devono rivolgersi a dei dealer che chiedono
prezzi molto alti per ogni tanica da 20 l (10 Rs vs le 4 Rs pagate dagli abitanti di
Jayanhiramapuram).
Grazie
davvero per averci aiutati!”
Il
secondo villaggio visitato e' stato quello di Gummanampadu. Qui
vivono circa 245 famiglie. L'impianto per la purificazione
dell'acqua messo a disposizione da AIB ha una capacita' produttiva di
2000 l all'ora. Non e' ancora stato inaugurato ufficialmente, ma e'
in funzione gia' da qualche mese.
In
questo villaggio ho avuto un incontro interessante con un progettista
che vorrebbe costruire su una collina una grande cisterna per
distribuire l'acqua ai villaggi sfruttando la forza di gravita'. Mi
ha spiegato che al momento esistono un canale e delle cisterne per la
raccolta dell'acqua nei villaggi vicino al canale. La sua idea e'
innanzitutto costruire un sistema per pompare l'acqua dal canale
verso i serbatoi gia' esistenti nei villaggi. Da li' si dovrebbe
portare l'acqua in una cisterna ancora piu' grande costruita su una
collina in mezzo a un gruppo di villaggi, da cui far defluire, grazie
alla forza di gravita', l'acqua verso i centri abitati. I villaggi
dell'area di Bollapalli sono 58 e al momento alcuni hanno serie
difficolta' a reperire questo bene di necessita' primaria. Con questo
sistema, che il progettista stimava poter costare sui 500 milioni di
Rs, potrebbe fornire l'acqua anche ai villaggi che sorgono lontani
dal canale.
Mi
ha promesso una copia del progetto. Spero di riceverla, perche' mi
piacerebbe capire meglio le sue intenzioni!
Dirigendoci
alla destinazione successiva, l'ultima della giornata, ci siamo
fermati presso un piccolo centro abitato, da soli due anni provvisto
di energia elettrica. Qui abita un uomo di quasi 100. Mitico!!!
Eccoci,
infine, a Malapadu, dove sorge una scuola statale frequentata da
200 bambini, di cui 65 sono supportati dal progetto di adozione a
distanza di AIB.
Abbiamo
incontrato un gruppetto di loro per strada, visto che, essendo le 16,
le lezioni erano gia' terminate. Come sempre, i loro sorrisi hanno
illuminato i loro volti, regalandomi una forte sensazione di
serenita'. Grazie!
La
giornata si e' rivelata piu' lunga di quanto mi aspettassi. Rientrati
al Centro, un po' per gioco un po' per rendermi utile, mi son messa a
lavorare a un file Excel. Non l'avessi mai fatto! Il nuovo componente
dello staff di area, un ragazzo giovane giovane, deve aver pensato
che le mie conoscenze informatiche fossero tali da poter fare
miracoli, al che mi si e' letteralmente attaccato alla carotide e,
con un'ansia del tutto inusuale per un indiano, mi ha tenuta
inchiodata a una sedia per 5 ore, a compilare form e scrivere mail.
Era talmente ansioso che, alla mia richiesta “Per favore, posso
andare in bagno cosi prima che venga troppo freddo mi do anche una
rinfrescata?”, ha reagito con un impanicato “Per favore, prima
finiamo e poi vai!”. Fortunatamente, alla fine ha capito che non ce
la facevo piu'...Alle 22, quando e' arrivata la cena, tutto il lavoro
era completato.
Ora
ho gli occhi stanchi e la testa indolenzita. Ci dormiro' su. 'Notte!
"...Da
molti anni non mi chiedo più quale posto è la mia casa ho
scoperto che la mia casa è insieme a un dovunque vada cammino
senza legami ho solo il vento che mi insegue e il tempo non mi
riguarda perché il tempo mi appartiene..."
(“Il
fabbricante dei sogni”, Modena City Ramblers)
Finalmente
ho la foto con M., l'amico dei clown AVS. Olle' :)))
Nel
pomeriggio presso il Centro Veda si e' svolta la festa di Natale per
i bambini delle slum (baraccopoli indiane).
1400 sguardi hanno
seguito rapiti vari spettacolini, tra cui quello dei burattini che ha
riscosso parecchio successo. Che teneri! E che bello sentire il
rimbombo dei loro “Ah!”,
in segno di assenso, quando veniva chiesto loro se si divertivano!
In
quanto ospiti d'onore, R. (la canadese) e sottoscritta ci siamo
improvvisate folletti di Babbo Natale, distribuendo a ogni bambino i
due regali inviati dalle Associazioni partner di Veda.
A
me e' capitato da consegnare il pacco coi vestiti. Posso garantire
che stare dietro a sesso e taglia del bimbo e contemporaneamente
controllare le indicazioni segnate sul pacco, il tutto per 1400
volte, e'...come dire...impegnativo! Alla fine, comunque, missione
compiuta. Olle'!
Foto
di rito, con i bimbi divisi in 12 gruppi, uno per slum, e poi via sui
bus per il rientro a casa.
I
mezzi a disposizione erano solo 7, i Km da percorrere parecchi ed
erano gia' le 18 passate...Chissa' a che ora saranno arrivati dalle
loro mamme e dai loro papa'?!?
Stamattina
sono andata dal Dott. R.R., marito di una collaboratrice di ASSIST, a
far vedere l'irritazione cutanea che mi e' venuta. Ha esaminato lo
sfogo e mi ha prescritto una pomata e delle pastiglie una volta al
di'!
Non
solo non ha voluto assolutamente farsi pagare ne' la visita ne' i
medicinali datimi. Mi ha anche fatto salire in casa a salutare la
moglie, la quale, gentile e ospitale quanto il marito, mi ha offerto
puri con curry di patate e cipolle e un dolce locale a base di latte
e zucchero. A vederlo, sembravano spaghetti scotti spezzati nel
latte. Inutile dire che ho apprezzato entrambi :p
In
serata abbiamo festeggiato i 60 anni di M., Direttore Esecutivo
dell'Organizzazione.
Il
ritrovo per andare al compleanno era alle 17 nel cortile della sede.
Ovviamente, ci siamo mossi solo 45 minuti dopo...eheh!
Riflessione:
qui n India, per quanto si possa essere in ritardo, nessuno fa notare
o da' troppo peso alla cosa. A destinazione tutto e' sempre
sorridente, tranquillo e gioviale, come se niente fosse. Anche
pensando a occasioni passate, inizio a chiedermi se il ritardo sia
reale o solo un concetto che creiamo noi dando troppa importanza al
tempo che passa...
Io
e R. ci siamo sedute nei sedili dietro...quelli aggiuntivi nel
bagagliaio (la macchina dei sogni di mamma con 7 posti!).
Chilakaluripet
- Ongole, nostra meta, richiede un'oretta di macchina. Durante il
tragitto si e' parlato di...birra...ViNo...AmArI...SUPERALCOOLICI?!?
"Elena, a te cosa piace bere?". "Beh,
dipende dalla situazione e, a tavola, da cosa sto mangiando...Ma
davvero stasera brindiamo tutti assieme? Olle'!"
Prima
tappa: casa del festeggiato.
Pochi
intimi, familiari e amici stretti...“Io che ci faccio qui???”
Candeline,
taglio della torta e il rituale “imboccarsi a vicenda” con un
pezzetto di dolce.
“Ottima
la torta al cioccolato! Posso averne ancora, please???”
Seconda
tappa: sede di ASSIST a Ongole.
Qui
ci aspettavano tutti i coordinatori e altri membri, di un certo
livello, dello staff.
Di
nuovo, candeline, taglio della torta multicolor al gusto chewing gum
e rito dell'imboccarsi a vicenda.
Terza
tappa: ristorante.
Da
notare che la moglie del proprietario, anche lei dipendente
dell'Organizzazione, in 3 anni di vita del locale non c'era mai
stata, perche' "le donne vanno solo nei ristoranti per
famiglie”. Per intenderci: il bagno delle donne non esiste
nemmeno. Ah!
I
camerieri ci hanno accompagnati nella zona prive', che mi ha
ricordato tanto il karaoke di Sydney.
Com'era
da immaginare, donne in una saletta, uomini in un'altra. Addio sogni
di gloria, addio sana pinta di Kingfisher, birra e orgoglio del
maschio indiano. E va beh!
Il
mio appetito sara' anche proverbiale, ma qui...saranno stati i 3
tocchi di torta al cioccolato :p, sara' stata la quantita' di fritto,
saranno state le bevande ("Per me acqua, grazie!",
"Lei cosa desidera bere: succo di mela o succo mix frutta
tropicale belli zuccherosi?", “L'acqua va benissimo!”,
“Ecco un po' di succo”...a volte e' piu' facile dire
semplicemente si' sin dall'inizio...)...coi soli antipasti mi hanno
spezzato le gambe.
Hai
voglia a dire "Basta, grazie!". Il cameriere
arrivava e, istigato dalla "padrona di casa" continuava
imperterrito a riempire il piatto. Aiutoooo! Alla fine, per non
scoppiare, sembrava dovessi minacciare il cameriere con un
convincente "Ancora?!? Devi passare sul mio cadavere!".
Che
fatica, pero'! M'e' salito pure un abbiocco...e poi m'e' venuta la
ridarola. Cosi', senza preavviso ne' motivi facilmente spiegabili e
condivisibili. Di quelle che non riesci a smettere, nemmeno quando il
tuo stomaco, pieno a tappo, tirando da morire chieda pieta'.
Ahahahah!
Dopo,
per un po', ho desiderato nell'ordine: la torta al cioccolato, un
sorbetto, un bicchiere di Sambuca liscia senza ghiaccio, un dolce
qualsiasi, un caffè'. Sull'ultimo sono riuscita a soddisfare la
richiesta. Olle'!
A
concludere la serata, durante il viaggio di ritorno, una super
scoperta! Finalmente R. (la canadese) e sottoscritta siamo riuscite a
capire perche' un popolo che fa sempre tutto con lenta calma e vive
di ritardi, presunti o reali che siano, quando guida va a tavoletta
come fosse in urgenza. Cito: "Because in India they make 6
months children!".
R., la
canadese, non parte piu' venerdi' per aiutare ASSIST con un grosso
progetto. Povera! Doveva andare a farsi una decina di giorni di relax
sulle spiagge dello Sri Lanka e invece ha dovuto cancellare tutte le
prenotazioni.
Per
"consolarla", le ho promesso che ci organizziamo per
portare V. a vedere l'Oceano Indiano. Si puo' arrivare a 30 anni,
vivendo a neanche 50 km dal mare, e non averlo mai visto?!? Anno
nuovo, esperienza nuova!!!...La proposta le ha strappato un sorriso.
Olle' :)
Anche
stasera festeggiamenti natalizi. Stavolta per il membri della
“famiglia” ASSIST.
Il team
MELUKOLUPU ci ha intrattenuto con alcune canzoni, poi via col taglio
della torta, con tanto di neve artificiale a condimento, e la cena
tutti assieme :)
Nel
pomeriggio ho ricevuto l'invito ufficiale a partecipare alle “Rotary
Club of Chilakaluripet & Veda Semi-Christmas ceremony”. Da
notare il “semi”, perche', giustamente, non era proprio la festa
di Natale...del 25, insomma...Eeeeeh, le Pubbliche Relazioni...
La serata
si e' svolta nel cortile, allestito a sagra di paese, del Centro Veda, distante non piu' di una decina di minuti in macchina dalla
sede di ASSIST. Qui sorgono una grande scuola, gli alunni sono piu'
di un migliaio, e un dormitorio per 100-200 studenti.
Con R.
(Direttore Operativo di ASSIST) e R. (la ragazza canadese) ci siamo
mossi super puntuali alle 19. Peccato che non abbiamo tenuto conto
dei ritardi locali (chiamasi flemma indiana)...Morale: abbiamo
aspettato un'ora e mezza l'arrivo degli altri invitati.
A farci
compagnia, oltre alle organizzatrici, Sprite e biscotti. Mi si sono
buttata a pesce, con eleganza, giusto per non smentire il mio
proverbiale appetito :p. Altro che a stecchetto! Mi sto...stanno
rifocillando per bene e non so dire di no...adoro la cucina indiana!
Va beh,
comunque, tra spettacolini degli studenti e discorso del direttore
Rotary, abbiamo iniziato a cenare alle 22 passate.
Non fosse
stato che la sera, giustamente visto che anche qui e' pur sempre
inverno, inizia a rinfrescare e non poco, tutto sommato e' stata una
serata piacevole.
La
prossima volta, pero', devo suggerire a chi ha organizzato il tutto
di optare per una soluzione al chiuso e io devo ricordarmi di
indossare una maglia a maniche lunghe...brrr!!!
Stasera
mi e' capitato di vedere un cartone australiano davvero bello.
Nella
semplicita' del bianco/nero, una voce narrante racconta dell'amicizia
epistolare tra la piccola Mary, australiana della periferia di
Melbourne, e Max, newyorchese sulla cinquantina. Il titolo
dell'animazione e' proprio “Mary and Max”.
Non solo
la storia e' toccante e coinvolgente, con sfumature sia comiche sia
drammatiche, ma anche la colonna sonora e' decisamente notevole!
Questo
cartone e' stato davvero una perla nella notte :)
I giorni stanno volando senza
che io me ne renda realmente conto. Anzi, direi che per lo piu' mi
sento come se avessi totalmente perso la nozione del tempo.
Dopo una mattinata di relax,
tra bucato, una buona lettura e la visita a V., il pomeriggio lo
abbiamo trascorso a Guntur, raggiunte anche da R..
Massaggio facciale per R., vana
ricerca di stoffa per i miei pantaloni afghani, infine una sana pizza
indiana, rigorosamente vegetariana, accompagnata da “manchurian
chicken” per tutte e 4! Dovessi dire, a parte che mancava un po' di
sale, in genere abbondante in tutti i piatti, la pizza non era
affatto male. Prima o poi, magari ci si torna :)
h 6: la sveglia mi ha
gentilmente ricordato che avevo promesso di partecipare alla seduta
di yoga di stamattina. Solo come fotografa, pero' :p
L'aria era frizzante e mi ha
ricordato che, per quanto particolare rispetto ai canoni a cui sono
abituata, anche questo indiano si chiama “Inverno”.
Per mezzogiorno siamo rientrati
alla base. R., il Direttore di ASSIST, mi aveva chiesto di
presenziare all'incontro con Plan India, un importante ente no profit
indiano con sede a Hyderabad, per parlare della possibilita' di
avviare dei progetti insieme nel distretto di Guntur.
Spero che il mio piccolo
intervento, che altro non e' stato se non il racconto di quanto visto
e sentito durante la visita a Bollapalli, sia stato utile!
Per iniziare nel migliore dei
modi la giornata, ricevo la benedizione di un grosso corvo nero sul
ginocchio destro. Olle'!
Continuando le visite alle
scuole dove bambini supportati dal progetto di Adozione a distanza di
AIB frequentano le lezioni, ci rechiamo presso la struttura di
Kasturba. Qui vivono e studiano 190 bambine, di cui una ventina con
l'aiuto della Fondazione.
Ammetto che sono rimasta un po'
sgomenta per le condizioni dell'edificio. Le stanze a disposizione
fungono da aule durante il giorno e da camere di notte. Il preside ci
ha spiegato che i fondi statali sono sempre piu' scarsi e in ritardo
e pertanto la costruzione del secondo piano continua a subire forti
rallentamenti.
Le bimbe, comunque, stanno bene
e vengono seguite con cura. Speriamo che al piu' presto possano
beneficiare di maggiore spazio!
La seconda struttura visitata
e' una piccola scuola nel villaggio di Remaidicherla, che conta 50
bambini supportati dal “National child labour programme”. Di
fatto, lo Stato garantisce loro il pranzo, ma per quanto riguarda
uniformi, cartelle e altro materiale scolastico c'e' dietro l'aiuto
di ASSIST e AIB.
Nel pomeriggio siamo andati
invece nel piccolo villaggio di Laxmipuram Thanda (conta circa 30
famiglie). Non e' molto distante dal Centro, ma i sentieri da seguire
sono ben lungi dall'essere delle strade asfaltate...
Con noi e' venuta S.. Lei non
e' tra gli sponsorizzati da AIB, ma sua sorella S.B. si', cosi' come
altri 9 bimbi le cui famiglie vivono in questo villaggio.
Al nostro arrivo, un gruppetto
di curiosi si e'radunato per accoglierci. Anche la nonna di S. e'
accorsa a salutarci e, appena le e' stato spiegato dal coordinatore
chi sono e cosa faccio qui, con un sorriso mi ha ringraziato di
cuore, perche' grazie all'aiuto della Fondazione entrambe le nipoti
possono andare a scuola.
Anche la zia di S., che era li'
con i figli, e' apparsa felice che i bambini della sua famiglia
abbiano l'opportunita' di ricevere un'istruzione.
Mi sarebbe piaciuto sapere cosa
ne pensano i genitori di S. e S.B., ma si sono trasferiti in un altro
Stato per trovare un lavoro. Se fossero rimasti al villaggio
probabilmente S. non avrebbe la possibilita' di studiare. Direi che
il loro punto di vista e' abbastanza chiaro.
S. mi ha invitata a vedere la
sua casa. Per quanto fosse un'abitazione modesta non c'e' stato ne'
imbarazzo ne' retrosia a farmi entrare, anzi. Nel suo invitarmi ho
trovato tanto orgoglio e dignita'. Grazie, S., per avermi accolta in
casa tua!
Stasera ho avuto il privilegio
di incontrare piu' da vicino I 47 bambini del Centro sostenuti da
AIB.
Di loro, quasi la meta'
lavorava con I genitori prima di essere iscritti a scuola. Quasi
altrettanti hanno almeno un genitore, quasi sempre la mamma,
analfabeta.
Le storie di questi 3 bambini
ex lavoratori mi sembrano sintetizzare meglio la situazione generale.
“Mi
chiamo N.R. e frequento l'ottava classe. Ho 14 anni e ho iniziato ad
andare regolarmente a scuola che ne avevo 7. Prima lavoravo come
muratore nei cantieri edili. All'inizio, ho faticato parecchio ad
abituarmi all'idea di frequentare le lezioni, perche' mi mancava la
possibilita' di guadagnare un po' di soldi. Cosi', dopo quattro anni
che ero al Centro, sono scappato per tornare a lavorare. La mia
famiglia non mi ha ostacolato in questo, probabilmente perche' il
matrimonio delle mie due sorelle (entrambe con alle spalle la sola
istruzione della scuola primaria) aveva acutizzato la necessita' di
soldi a casa. Quando Mr S. (il coordinatore) e' venuto a sapere che
avevo lasciato la scuola e il centro, e' subito andato a parlare coi
miei genitori e con mio fratello piu' grande, che ora frequenta
l'universita', per spiegare loro l'importanza di farmi lasciare il
tornare subito a scuola. E cosi' e' stato: i miei si sono convinti
che per me fosse la soluzione migliore ed eccomi qui. Da
quell'incontro sono passati 3 anni, durante i quali ho avuto modo di
rendermi conto della fortuna che ho avuto ad avere una famiglia che
mi ha rimandato a studiare, nonostante le mie proteste. Adesso so
bene che opportunita' mi e' stata regalata facendomi frequentare la
scuola e ho tutta l'intenzione di proseguire gli studi e diventare
insegnante. Ai bambini che, come me anni fa, lasciano la scuola
vorrei poter raccontare la mia esperienza, sperando che serva da
esempio.”
“Anch'io
ho 14 anni e frequento l'ottava classe. Il mio nome e' J.B.. I miei
genitori mi hanno mandata a scuola che avevo 8 anni. Prima passavo le
giornate a lavorare nelle miniere di ardesia. Siccome non ero mai
stata a scuola prima e non avevo ricevuto alcun tipo di istruzione,
ho dovuto iniziare da zero con bambini piu' piccoli di me. Non e'
stato facile, perche' spesso percepivo la differenza di eta' e mi
sentivo fuori luogo, indietro. Con tanto impegno e buona volonta'
sono riuscita a colmare le mie lacune e recuperare i ragazzi della
mia eta'. Che fatica, ma ne e' valsa sicuramente la pena! Sono
felicissima di essere qui e di poter studiare e istruirmi come mio
fratello. Ai miei amici che non vanno a scuola e lavorano dico –
Ehi! Fermati un attimo a riflettere. Per lavorare hai davanti
tantissimo tempo, ma per studiare no. Pensaci! Se vuoi, puoi venire
con me. Conosco un posto dove puoi ricevere tutte le attenzioni
necessarie per vivere e studiare con tanti altri bambini e avere cosi
la possibilita' di un futuro migliore.”
“Io
sono R.D., ho 14 anni e frequento la nona classe. La mia famiglia
vive in un villaggio a qualche decina di km da qui. Quando avevo 7
anni, i miei genitori hanno deciso di mandarmi a scuola. Prima poteva
andarci solo mio fratello, mentre io andavo con loro a lavorare nei
campi. I primi mesi nel Centro pensavo di non farcela a vivere
lontana dalla mia famiglia. Poi ho instaurato tante belle amicizie
con gli altri bambini e ho iniziato a sentire meno la mancanza di
casa. Col passare del tempo ho anche capito sempre piu' a fondo
quanto fosse importante per me poter studiare e quante opportunita'
questo possa offrire. Quando torno a casa e incontro I miei amici di
sempre che sono ancora li' a lavorare, cerco di convincerli che, se
vogliono sperare in un futuro migliore, devono insistere coi loro
genitori perche' li mandino a scuola. Qualcuno l'ha fatto e ora
studia. Altri spero riescano a fare presto questo passo.”
Stamattina,
una piacevole gita in moto ci ha portati nel villaggio di Vellaturu,
dove 60 famiglie, appartenenti alla tribu' dei Chenchu, beneficiano
del progetto di “Water & Sanitation” sostenuto da AIB.
Siamo
arrivati nel bel mezzo di un incontro tra i membri di questa piccola
comunita' che ci hanno accolto con grande entusiasmo e riconoscenza
per quanto si e' fatto per loro nel tempo.
Qui
abbiamo incontrato A., una ragazzina di 13 anni, che ci ha raccontato
la sua storia.
“La
mia famiglia appartiene alla tribu' dei Chenchu, trasferitasi dalla
foresta in questo villaggio circa 40 anni fa. Da allora, per quasi 35
anni, i membri della tribu' si sono limitati a vivere, ognuno per
proprio conto, di accattonaggio o di piccoli furti di prodotti
alimentari. Quelli che hanno tentato di avviare una attivita' propria
si sono ritrovati il piu' delle volte a far fronte a continue
perdite, spesso dovute ai tassi d'interesse dei prestiti contratti
(anche il 60%), che a ottenere guadagni dal proprio lavoro. Quel che
e' peggio e' che vivevano in condizioni igienico-sanitarie assai
precarie, circondati dai loro stessi escrementi e dalla spazzatura
che, inesorabile, si accumulava per le strade.
Nel
2006 circa, ASSIST ha organizzato nel villaggio delle attivita' di
sensibilizzazione volte a creare una coscienza di gruppo. L'obiettivo
era quello di risvegliare nei membri della tribu' la necessita' di
creare un gruppo, una comunita', e di sfruttarne la forza per
progredire e svilupparsi. I risultati non sono mancati. Nei mesi
successivi e' andata sempre piu' crescendo la formazione di Self Help
Group, dei gruppi formati generalmente da donne che hanno l'obiettivo
di raccogliere i risparmi di piu' famiglie. Questo ha permesso agli
appartenenti ai vari SHG di raggiungere in breve tempo somme di
denaro sufficienti da investire in attivita' produttive. A questo si
e' affiancata la possibilita' di richiedere ad ASSIST e allo Stato
prestiti a tassi di interesse assai vantaggiosi. In poco tempo, le
famiglie dei Chenchu, ormai organizzate in una vera e propria
comunita', hanno smesso di vivere alle spalle dei loro compaesani.
Il
passo successivo e' stato il rendersi conto che, per dignita' e
orgoglio, le condizioni igienico-sanitarie in cui vivevano non erano
piu' accettabili. Proprio su questo aspetto, circa un anno fa, e'
intervenuta in loro supporto anche AIB attraverso la costruzione di
latrine (il progetto conta 70 latrine, una per famiglia). Anche la
mia famiglia sta beneficiando di questo aiuto e ne siamo tutti assai
grati. Ora, grazie alla latrina a nostra disposizione, le strade sono
piu' pulite. Quando camminiamo per le strade del villaggio siamo piu'
sereni e orgogliosi e non ci sentiamo piu' in imbarazzo per
l'ambiente in cui viviamo.
Ultimamente
molte famiglie si sono organizzate per recuperare materiale
riciclabile, come la plastica e altri materiali poveri, per lavorarli
e fabbricare prodotti da vendere. Riusciamo a produrre contenitori
alimentari, oggetti da bigiotterie, giocattoli, lavagnette. Insomma,
un po' di tutto. Io aiuto i miei genitori a vendere i nostri
prodotti, anche se vorrei poter andare a scuola come gli altri
bambini...”. Ce lo dice con gli occhi velati di tristezza.
A
quel punto, non posso fare a meno di rivolgermi al gruppo e chiedere
“Ora che siete arrivati fino a qui, quale vorreste che fosse il
prossimo passo?” e la loro risposta un po' mi commuove: “Vorremmo
tanto poter mandare a scuola i nostri figli e dare loro un'istruzione
per evitare che anche loro rimangano analfabeti come noi (la
maggior parte dei presenti non sa ne' leggere ne' scrivere)”.
Nel
pomeriggio momenti di gioco e svago con i bimbi. Notevoli M. (mio
accompagnatore ASSIST) e S. (coordinatore area Bollapalli) sul campo
da pallavolo :)
Mentre
i bambini cenavano sono stata con loro a ridere e scherzare.
Come
capita di frequente, a un certo punto e' andata via la luce.
L'oscurita' intorno era totale. Guardando il cielo, una miriade di
stelle brillavano davanti ai miei occhi. Che bello sarebbe avere una
vista cosi' anche a Milano!
Nel
pomeriggio abbiamo visitato le scuole dietro il Centro.
Classe
per classe a salutare i bambini incuriositi ed emozionati dalla mia
presenza.
Immancabile
la sequenza di domande di rito: “Come ti chiami? Come si chiama tuo
papa'? Come si chiama tua mamma? Come si chiamano i tuoi
fratelli/sorelle? Come si chiama il tuo villaggio?”. La prossima
volta devo ricordarmi di registrare le risposte su un
nastro...hihihi!
P.
e' un genio, oltre che un santo! Con infinita pazienza e molta
perizia mi ha guidata passo passo nell'installazione di Libre Office
(ora finalmente posso usare il PC) e nello sblocco di internet, che
pero', ahime', in camera ancora fa i capricci. Tutto non si puo'
avere, ma come recita il detto “Chi si accontenta, gode!” ;)
Di
nuovo domenica. ASSIST e' vuota e silenziosa. Solo R., J. (il
guardiano) e sottoscritta popoliamo l'edificio.
Per
uscire un po' a fare due passi, noi forestiere ci avviamo verso il
centro del villaggio. Anche li', dove in genere sembra di essere in
un formicaio, la quiete regna sovrana.
Interessante
il giro che abbiamo fatto, con R. che si e' improvvisata Cicerone e
mi ha indicato alcuni bazar interessanti da frequentare in questi
mesi di permanenza a Chilakaluripet.
Forse
e' la volta buona che imparo a non cantare vittoria anzitempo.
Nel
pomeriggio sono andata con S. a Vijayawada a comprare il netbook. 4
ore di macchina tra andare e tornare. Olle'!
Sono
rientrata a casa super entusiasta, faccio per accedere in computer e
scopro che, sebbene espressamente richiesto, gli amici del negozio si
sono dimenticati di installare Office. La connessione Wi-Fi non ci
pensa proprio a funzionare...che, per caso hanno cambiato la data del
pesce d'aprile o quella degli scherzetti di Halloween?
Da
qualche giorno ho preso l'abitudine, la mattina alle 8 aspettando la
colazione, di uscire dalla stanza e stare in piedi qualche minuto in
terrazzo. L'aria e' fresca, piacevole ed e' bello vedere che tutto
intorno chi più chi meno si sta risvegliando e rimettendo al lavoro.
Ora
la mia mente vola alla prossima settimana, quando staro' per qualche
giorno nel Centro di Bollapalli coi bimbi. Non vedo l'ora!
Realizzo
che a breve e' Natale. Chissa' come sara' trascorrerlo qui.
Ehi
ehi! Sembra che le zanzare si siano decise ha darmi tregua almeno di
notte. Il Vape nuovo che mi han dato e' una potenza. Purtroppo,
continuo a subire dalle 16 alle 18, in particolare sui piedi.
Mannaggia che fastidio!
Oggi,
come ieri, ho dato una mano con il report trimestrale di Markapur da
inviare a AIB. Sono contenta di essermi resa utile!
Se
penso che ora in Italia e' festa, fa freddo e la frenesia natalizia
si riversa nei famosi mercatini o nei negozi, mi fa strano guardarmi
attorno e vedere sole, maniche corte e il solito trantran. Questo e'
l'inverno tropicale :)