Ultimamente,
durante la colazione, noi della piccola Europa leggiamo i quotidiani
in inglese che arrivano in ASSIST e condividiamo notizie e
impressioni.
Oggi,
essendo domenica, ci siamo presi il nostro tempo per leggere anche le
notizie gossippare, quelle che dovrebbero essere divertenti e
leggere, insomma.
Tra
queste una ha molto colpito il nostro interesse. L'articolo parlava
di uno degli uomini piu' ricchi d'India e delle sue N proprieta'
sparse per il mondo. Una casa da 70 milioni di sterline per la
figlia, un'altra da 170 per il figlio, una terza da xyz milioni qua,
una quarta con 20 posti auto la', etc.
M.
(la francese), incuriosita dal personaggio, e' andata a cercare su
internet qualche info in piu'.
Come
spesso capita, questo tipo di ricerche porta, oltre a un'idea piu'
precisa su cio' che interessava inizialmente, anche un corollario di
notizie correlate, tipo classifiche e robe cosi'.
In
quella dei “Paperon de' Paperoni”, molti erano indiani.
…
Domanda:
qualcuno mi spiega come si fa a spendere 100 milioni di dollari per
un matrimonio? E' stato il matrimonio piu' costoso di tutti i tempi
e ha visto andare all'altare lo sceicco piu' potente di Dubai e una
principessa.
Proprio
come nelle favole per bambini il super principe e la bella
principessa.
...
Per
il secondo ci son voluti solo 78 milioni di dollari. Lei figlia
dell'uomo piu' ricco d'India e di un banchiere, nonche' proprietario
di una famosa societa' di investimenti.
…
Per
favore, qualcuno mi puo' dare un pizzicotto e farmi tornare alla
realta'? Intorno a me vedo solo catapecchie.
Giocare
a carte non e' facile. Intendo, saper giocare a carte.
Un
po' come vivere...vivere appieno.
Non
si possono scegliere a priori le carte distribuite o pescate.
Un
po' come non si puo' scegliere il contesto o le caratteristiche
in/con cui nasciamo.
All'inizio
si imparano le regole.
Un
po' come quando si e' bambini e si riceve un'istruzione,
un'educazione.
Giocando
si impara ad avere pazienza. A giocare strategicamente e non
d'impulso. A ricordarsi delle giocate precedenti. A far buon uso
delle carte, piu' o meno buone, distribuite o pescate. A essere
flessibili e reattivi.
Un
po' come quando si cresce e si diventa maturi. Si impara a muoversi
nelle diverse circostanze. A prendere decisioni valutando i pro e i
contro. A far tesoro delle esperienze vissute. A gestire imprevisti.
Quando
si gioca a carte c'e' chi vince e chi perde. C'e' chi bara e chi
gioca pulito. C'e' chi si arrabbia e chi la prende con filosofia.
C'e' chi si diverte e chi si annoia.
Un
po' come nella vita c'e' chi sfonda e chi rimane nei ranghi. C'e' chi
infrange le regole e chi e' onesto. C'e' chi si lamenta di tutto e
chi sa ridere anche nei momenti no. C'e' chi e' entusiasta e chi si
trascina.
Non
sempre e' facile giocare bene. A volte si e' stanchi, poco
concentrati, contrariati, svogliati, scoraggiati.
Un
po' come non e' facile vivere serenamente. Ci si ammala. Si hanno
dispiaceri. Si sbaglia. Si lasciano andare occasioni. Si persegue
qualcosa e non lo si ottiene.
Si
puo' giocare per vincere, accettando la possibilita' di perdere.
Un
po' come lottare per i propri sogni, consapevoli che non sempre si
possono trasformare in realta'.
Si
puo' giocare bene o giocare tanto per giocare.
Un
po' come vivere o lasciarsi vivere.
...
Qui
in tanti giocano con le carte che non si augurerebbe mai nessuno.
Oggi,
prima di pranzo, ero sulla terrazza davanti alle camere con M.. A un
certo punto M. salta dalla sedia e mi dice con voce spaventata “Oh
my God! Monkeys!”.
Io all'inizio pensavo a uno scherzo, invece, quando mi sono girata,
ho visto coi miei occhi due scimmie venire verso di noi.
Istintivamente ho preso M. e ho iniziato a dirle di aprire subito la
porta della sua stanza, che era quella piu' vicina, perche' potessimo
entrare.
Le
scimmie continuavano a guardarci e a muoversi lentamente verso la
nostra direzione, fino a quando, non si sa per quale motivo, si son
girate e hanno preso la strada per le scale, unica via di fuga dal
palazzo.
Scale
o non scale, ho sollecitato M. perche' aprisse la porta e vi ci
infilasse velocemente, perche' non avevo nessuna intenzione di
restare a vedere che intenzioni avessero le nostre visitatrici.
Appena
al sicuro, ho preso il cellulare e ho chiamato S. (la ragazza di
ManiTese) perche' ci mandasse qualcuno in soccorso. Nel frattempo,
M., molto piu' coraggiosa (o pazza?) di me, e' voluta uscire per
vedere dove fossero le scimmie e per prendere il bastone che, ho poi
scoperto, ci e' stato dato in dotazione proprio per questi incontri
indesiderati. “E'
la stagione delle scimmie”.
Che bella notizia!
Com'era
da prevedere, sono diventata la barzelletta del giorno per la
sollecitudine con cui invitavo M. a correre ai ripari. “Mica
mi spingeva dentro perche' mi salvassi io. Voleva che aprissi in
fretta la stanza, perche' era la via di fuga piu' vicina per lei”.
“Eccerto
che avevo fretta di mettermi in salvo. Mica sono folle come te, che
volevi stare a controllare i loro spostamenti! Questo si chiama
deridere la saggezza. Si si!”.
Chi
ha piu' il coraggio, ora, di salire in stanza da sola?!? :/
La
nuova piccola Europa ha perso nuovamente un elemento. N. e' partita
stamattina. Alle 7, zaino in spalla, e' andata a prendere il bus per Chirala. Ad accompagnarla M. (la francese), in uno stato di dormi-veglia.
Son
contenta di essere tornata dalla camminata per salutarla di persona.
Sebbene assonnata, da oggi la sveglia suona alle 4:45, un abbraccio e
un arrivederci erano il minimo :)
Per
altro, giornata blanda e silenziosa. Il caldo ci sta mettendo tutti
alla prova, coi sui 45 gradi all'ombra. S'ha da resistere!
Contro
ogni previsione e logica, sto dormendo alla grande col solo
ventilatore. Per M. e A. (la coppia francese) sono una mezza aliena.
Non si spiegano come riesca a non soffrire il caldo. Mi sa che ho
tanta di quella stanchezza addosso che la sera, appena appoggio la
testa al cuscino, crollo di brutto. No matter what. Finche' dura, me
la godo ;)
Pomeriggio
passato a giocare a carte, come quando fuori piove e fa freddo.
Solo...fuori c'e' il sole e fa un caldo tremendo.
:)
Stasera
abbiamo in programma l'ultima cena con N. (l'inglese), che domani
parte per altri lidi, e per l'occasione andiamo al ristorante di Chilakaluripet :)
Spero
davvero che con ieri si sia fatto il giro di boa per il giorno piu'
caldo, perche' i 45 gradi non so per quanto posso reggerli. Non c'e'
un filo di vento e l'aria e' secca.
Mi
manca la brezza dell'Oceano, che dava tregua al caldo umido di Pondy.
Meno
male che la compagnia mi fa fare tante risate e mi distrae :)
Se
non ci si pensa, si puo' far finta di essere in una sauna a far la
bella vita. Diamo sfogo all'immaginazione!
Quale
modo migliore per riattivarsi se non andare subito in visita a
qualche progetto? Aggregatami a M. (la francese) e N. (la ragazza
inglese arrivata un mesetto dopo la mia partenza per Pondy), sono
andata in giornata a Piduguralla, dove un medico ha visitato
gratuitamente i bambini di 5 scuole e somministrato loro delle
pillole preventive per l'influenza suina.
Di
nuovo in moto. Di nuovo tra i bimbi. Di nuovo con i miei amici di
Chilakaluripet.
“Hasta
la vista, chica, y cuidate mucho”.
La española
e' salita sul suo taxi, io sul mio richshaw. Ancora una volta ognuno
per la sua strada.
Unico
posto sicuramente disponibile sul treno per Ongole: prima classe. A
confronto col viaggio Chirala-Chennai, questo e' stato sicuramente
piu' confortevole, in termini di spazi, ma l'aria condizionata a
manetta era davvero una piaga. Scendere alla mia fermata, con 40 e
passa gradi, e' stato tremendo!
M.
(l'autista di tante avventure) ad attendermi al binario. Sempre
carino e gentile.
Nessuno,
a quanto pare, sapeva del mio arrivo ed e' stato bello vedere
l'espressione di tutti tra lo stupito e il contento al mio“Sorpresa,
sono tornata!”.
Bravo R.R. che ha tenuto la notizia del mio ritorno per se' :D
Ultimi
ritocchi al bagaglio e via con la prima negoziazione della giornata:
l'auto per raggiungere la fermata del bus. Iniziare cosi' di prima
mattina e' davvero sfiancante, ma se si tiene duro, la soddisfazione
e' immensa! 1-0 per le europee. Olle'!
Data
la mole non indifferente di bagagli, abbiamo viaggiato per 4 ore
stipate e ore senza un filo d'aria. Caldo caldo caldo!
Chennai.
Altro giro di negoziazione col driver dell'auto. Unica certezza: il
primo prezzo alla domanda “Quanto
ci costa arrivare qui?”
e' almeno il doppio di quanto pagherebbe un locale. Non mi piace
questo cercare di fregare i turisti, percio' via di nuovo con il
gioco al ribasso! Alla fine: 2-0 per le europee. Olle'!
Come
giustamente mi faceva notare S. tra una chiacchiera e l'altra, il mio
al momento sembra un viaggio a specchio. In
effetti...Chilakaluripet-Chennai-Pondicherry-Chennai-Chilakaluripet...hihi!
Forte!
Avevamo
solo il pomeriggio per fare un giro per la citta' e, come suggerito
da S. (la ragazza che lavora per ManiTese), ho portato la española
a vedere il tempio di Mylapure, la Basilica di San Tommaso e Marina
Beach, dove ho scattato le prime foto con la nuova memory card. Son
contenta sia stato questo il posto, perche' l'altra volta era stato
l'unico dove non ero riuscita, visto che ci siamo passate solo di
sfuggita su un richshaw in corsa.
Qui,
un po' per cercare di rimettere insieme i pezzi, un po' per
circostanziale opportunita', ho anche ricomprato un lettore mp3.
Credo siano 10 euro ben spesi :)
Insomma,
oggi, ultimo giorno di vacanza, Chennai sembra possa essere stata il
punto di riazzeramento prima di ricalarmi nella vita rurale.
Mi
ero ripromessa di svegliarmi alle 4 per vedere l'ultima alba dal
lungo Oceano di Pondy e cosi' ho fatto.
Fuori
era ancora tutto buio, ma gia' si vedevano i primi maratoneti in
marcia.
Son
passati un buon 40 minuti prima che il cielo iniziasse a schiarirsi,
ma avendo goduto di ogni singolo minuto di quell'attesa, mi sono resa
conto che notavo le varie sfumature di blu del cielo, che da nero e
tutt'uno con l'Oceano, si faceva via via piu' blu cosi' che la linea
dell'orizzonte diventava sempre piu' nitida. Che spettacolo!
Ritorno
al distretto di polizia. Potrebbe essere il titolo di un film, invece
e' stata la mia marcia per la giustizia. Avevo solo stamattina per
poter ottenere un foglio ufficiale con la denuncia e non volevo
partire senza. Probabilmente non potro' fare nulla per trovare quanto
mi hanno portato via o per l'assicurazione, ma avevo il diritto di
ricevere dalle forze dell'ordine la mia deposizione e un certificato
ufficiale, percio'...
Povera
S.. Abbiamo passato non so quante ore sedute in attesa per poi dover
ridettare, praticamente ex novo, la lettera che volevano rifilarmi.
Contrariata, mi son messa a ridettare tutto il testo. Mica potevo
accettare qualcosa di fraintendibile o non corretto, no?! “Bene,
questo e' il suo certificato. Ci dia un mesetto per fare le ricerche
del caso, poi la ricontattiamo noi.”.
“Un
mese??? per cercare qualcosa che tanto gia' so che non ritroverete?
Mah! Va beh, tanto non ho alternative...”.
Caldo
e pesantezza di testa. Son contenta che S. mi abbia fiduciosamente
seguita al Banana cafe', dove l'insalata di tonno, per quanto piatto
semplicissimo, qui in India e' come la porta del paradiso. Verdure
fresche, tonno (in scatola, vero, ma al naturale) e un giro d'olio a
crudo. Gnam!
Nel
pomeriggio abbiamo rifatto le valigie, S. per proseguire per Bombay e
io per tornare a Chilakaluripet. Ma com'e' che la quantita' di roba
da infilare nelle sacche aumenta esponenzialmente?!?
In
serata ho avuto il piacere di preparare nuovamente la pizza. Se sia
stata l'ultima o meno di questo anno indiano, non mi e' dato saperlo.
So solo che era davvero deliziosa e che con A., J., P. e T. (amica di
A.) ce la siamo spazzolata tutta. Che goduria :p
Che
vacanza turistica pondicherriana sarebbe per S. se non vedesse
l'elefante che “benedice”? Al primo giro e' andata male: il
pachiderma non era sulla sua pedana. Gia' ieri non lo avevamo
trovato, al che S. ha iniziato a pensare che fosse destino che non lo
vedesse. Io, pero', non ne ho voluto sapere di gettare la spugna,
cosi' ho chiesto ad alcuni commercianti e passanti se avessero idea
del perche' dell'assenza dell'elefante e di un orario indicativo per
trovarlo.
Mi
sarei data una pacca sulla spalla quando, dopo la visita all'Ashram a
vedere la tomba di Aurobindo (co-fondatore di Aureville con la
“spaventosa The Mother”...Sfido chiunque a non provare disagio
davanti alle foto di questa donna), tornando al tempio di Shiva,
abbiamo finalmente visto grandi orecchie grigie sbattere come ali e
una lunga proboscide ringraziare per i doni ricevuti con un colpetto
sulla testa.
E,
alla fine, anche la española ha avuto la sua benedizione
elefantiaca. Eheh!
Mi
chiedo come mai sia cosi' difficile riuscire a trovare una scacchiera
decente a un prezzo onesto. Un ragazzetto, commesso di uno dei tanti
negozi, in cui siamo entrate io e S. durante le nostre
peregrinazioni, ha avuto anche la faccia tosta di propormi uno sconto
del 50% in cambio di un weekend insieme. “Posto
che per i canoni indiani potrei essere tua madre, direi che puoi
tenerti la tua amata scacchiera!”.
Che sfacciato!
Anche
stasera cena fuori (no cucina, no alternativa). Ho portato S. al
Qualithe, dove sono stata qualche altra volta. Le e' piaciuto un
sacco!
Secondo
giorno di vacanza. S. voleva comprare un po' di souvenir da portare
ad amici e parenti, percio' ci siamo messe in marcia di buon mattino
per un giro di shopping.
All'ora
di pranzo eravamo stravolte dal tanto camminare e dal caldo, cosi'
abbiamo deciso di passare le ore di fuoco del pomeriggio a rilassarci
tra una sbirciatina alla TV e una pennichella.
Stasera
ci aspetta un pesto ai pistacchi a casa di A. & J.. La
combriccola pondicherriana si riunisce nuovamente intorno a un tavolo
per gustare delizie occidentali.
Continuo
a pensare che Pondicherry non sia in India...
Primo
giorno di vacanza, a spasso per Pondicherry con la española. Strano e
bello. Strano, perche' pensavo di essere qui per “lavorare”.
Bello, perche' Pondy e' gustosa da vivere come localita' di villeggiatura.
Stamattina
siamo passate a salutare bimbi e staff di Kalki. Che belli che sono
quei musetti! Che dolci le loro vocette nel salutarmi.
“Byyyyyyyyyye!”.
La
serata e' passata in allegria con A., J. e P. (collega di A.), in un
localino famoso per gli avventori in maggioranza occidentali. Ottima
compagnia, gustosissimo pollo al mango, fresca caipirinha e musica
francese di altri tempi per una serata da turista.
“A
te la chiave la do, ma l'altra persona non so se puo' stare. Non
diamo le chiavi a chi non vediamo”.
Non volevo credere alle mie orecchie. Sono passata alla Park guest
house a chiedere una camera per 3 notti, per me e S., e mi hanno
risposto che io potevo averla, lei, invece, doveva praticamente
superare l'esame “vista”. Della serie: se hai un look trasandato
o poco poco alternativo, resti fuori, come minimo. Per di piu' il bus
di S. arriva a Pondy alle 21:30, salvo ritardi, e il cancello della
guest house viene chiuso ogni sera alle 22:30. Roba da cardiopalma.
Ho
provato a spiegare che non potevo lasciare per strada la mia amica,
ma al tizio della reception non gliene poteva fregare di meno. Al
che, ho preso e me ne sono andata alquanto indignata per la poca
elasticita', qui, in India, dove di regole non se ne rispettano
nemmeno 1 su un milione.
Non
sara' una reggia, ma il posto che ho trovato con vista Oceano e'
pulito e flessibile. Quello che fa al caso nostro!
Sono
contenta che e' in arrivo la española. Un po' di calore latino in
questa citta' dai sapori poco indiani, tanto francesi. Olle'!
Pensavo
di aver trovato un alloggio per la settimana, invece, nonostante
l'intervento di S. (il tuttofare dell'Ashram), alle 20:30 mi son
sentita dire che domani devo cercare un altro posto dove stare. Per
di piu', ho da tenere in conto che arriva S. (la española) da
Chilakaluripet.
Per
fortuna, per altro, e' stata una giornata tranquilla...
Alle
8 ero gia' alla guest house dell'Ashram per sentirmi dire,
contrariamente a quanto dettomi ieri, che sarei dovuta andare alle
12. Iniziamo malissimo!
Ho
passato la mattinata ad attraversare Pondy da nord a sud e ritorno in
cerca di un alloggio decente (io mi adatto, ma alcune guest house che
ho visto facevano davvero pieta'), aspettando di ricaricare il
telefono per chiamare l'assicurazione viaggio.
Per
fortuna, alla fine, attraverso S., il tipo che lavora per l'Ashram
sono riuscita ad avere una stanza in una delle loro guest house. Non
mi e' chiaro per quanti giorni potro' stare qui, ma almeno e' un
inizio. E' stato anche cosi' carino da aiutarmi a trasportare tutta
la mia roba dalla casa alla guest house con lo scooter.
Nel
pomeriggio mi si e' anche rotto il BlackBerry. “Proprio
lui no!”
:(
Altra
mazzata e' arrivata quando sono andata alla polizia di zona per la
denuncia. Ragazzi, quanto se la ridevano sotto i baffi raccontandosi
l'un l'altro la mia storia. M'e' venuto da piangere per la rabbia,
ancora piu' forte di quella provata ieri. “Santo
cielo, ma perche' mi prendete in giro? Vi fa cosi' strano che
qualcuno sia entrato in una casa e abbia rubato una memory card, un
lettore mp3 e dei soldi? Che ne so io del perche' non hanno preso
tutti i soldi o anche la macchina fotografica e il laptop. Il fatto
che non sia mai successo non significa che non sia vero o che non sia
possibile che accadano queste cose. Ridete quanto vi pare. Se non
siete abituati a ricevere queste segnalazioni non e' un problema mio.
Io ho il diritto e il dovere di dire quanto e' successo, sebbene
sappia gia' che non sarete in grado di restituirmi la refurtiva. Non
mi darete indietro i miei soldi. Non mi darete indietro la mia
musica. Non mi darete indietro le mie foto. Io pero' voglio fare
denuncia!”.
Un
po' riluttanti e divertiti allo stesso tempo, mi hanno fatto scrivere
la mia denuncia. Non so cosa dovessi scrivere esattamente, perche'
ovviamente nessuno mi ha dato indicazioni precise di cosa avrei
dovuto mettere nero su bianco. Comunque, io ho scritto nella speranza
che serva a qualcosa, anche se non so nemmeno io a cosa.
Per
tirarmi su il morale...per necessita'...sono entrata nel negozio BB
accanto al distretto di polizia e mi sono presa il telefono nuovo.
Niente musica, niente foto...lasciatemi almeno i contatti col mondo
esterno!
Passata
a casa di A. e J. per recuperare la borsa con il laptop e la macchina
fotografica che avevo lasciato prima dei giri pomeridiani, sono stata
invitata a fermarmi per cena. Ho apprezzato la loro onesta' quando ho
chiesto ospitalita' per qualche giorno e mi hanno risposto che fino
al 19 non era logisticamente possibile per un via vai di persone gia'
di per se' troppo incasinato. Ho apprezzato la loro gentilezza
nell'invitarmi a cena per farmi passare la serata in compagnia,
quando, sono certa, sarebbero stati piu' per un po' di relax e nanna
presto. Ho apprezzato la mia crema di patate, che da un sacco di
giorni avrei voluto cucinare, ma ancora non avevo preparato. Semplice
e' bello!
Tornata
a casa dopo la mattinata e il pranzo in Shanti, improvvisamente mi
sono accorta che c'erano delle cose fuori posto. Sono troppo
meticolosa, per alcuni addirittura paranoicamente pignola,
nell'ordine e i dettagli sono diventati campanelli
d'allarme...certezze: il mio lettore mp3, la memory card della
macchina fotografica con 6 mesi di foto (meno male, quasi tutte
copiate sul laptop) e circa 10.000 Rs sono scomparsi.
Al
di la' della rabbia e dell'amarezza per aver subito un furto, quello
che mi e' spiaciuto di piu' e che in diversi momenti mi sono sentita
poco creduta. In alcuni momenti mi e' sembrato di parlare invano.
D.
e altri 2 ragazzi mi hanno accompagnata a cercare un altro alloggio.
Nessuno si sentirebbe a suo agio se restassi. Questa notte non posso
farne a meno, ma da domani cambio.
A
quanto dice S. (contatto datomi da E., l'insegnante), che lavora
all'Ashram come tutto fare per le pratiche burocratiche dei
volontari, il mio visto “multiple entries” mi permette di andare
e venire dall'India come e quando voglio. L'importante e' che abbia
sempre dietro il permesso di soggiorno e che quando pianifichero' il
mio rientro, vada si' a firmare fogli e ritirarne altrettanti alla
polizia di Guntur. Olle'! L'idea della Thailandia mi piace troppo per
farmi incasinare da questioni burocratiche. Per il “leaving permit”
ho tempo fino a settembre per richiederlo, ossia quando faro' ritorno
a Chilakaluripet.
L'ora
di pranzo e' arrivata alquanto in fretta e mi ha trovata seduta a
tavola a casa di D.&D..
Dopo
una piacevole chiacchierata con la padrona di casa, sono andata a
fare un giro con un amico di famiglia, che mi ha scorrazzata in lungo
e in largo, da Aureville alla spiaggia, dal mercato della domenica
fino a casa di A. e J., che nel frattempo mi avevano telefonato per
invitarmi a cena. Carini che sono!
Peccato
non essere andata abbastanza presto per fare la pizza. J. credo ci
sperasse...eheh! Sara' per un'altra domenica :)
Dopo
cena e' passato anche S. (il ragazzo del casting). Dalla faccia che
aveva e dal silenzio dalla produzione di Chennai negli ultimi 2
giorni, sia J. che sottoscritta abbiamo dato per certo la sfumata del
progetto film.
So
che di umanitario non c'era nulla in questo fuori programma, pero' un
po' speravo di riuscire a fare quest'esperienza cosi' diversa,
insolita e, immagino, anche divertente. “What
to do?!?”.
Mi
sento strana oggi. Forse e' perche' ho dormito poco o forse e'
perche' ho traslocato. Gia'!
Un
po' mi e' dispiaciuto andar via da quella casa. Un po' mi e'
dispiaciuto anche per Elias, che credo non si aspettasse potessi
andare via cosi' improvvisamente. A dire il vero, nemmeno io pensavo
sarei andata via cosi', dall'oggi al domani.
Ha
ragione mamma a domandarmi se sono impazzita o cosa. E' che e' come
se stessi andando a due velocita': la testa a 2000, il resto calmo e
rilassato. E mi sento strana.
All'ora
di pranzo ho preso possesso della nuova e colorata casetta vicino
all'Oceano. Dal terrazzino posso godermi la vista e il rumore delle
onde contro le rocce. Wow!
Nel
pomeriggio, iniziato in sordina, sono andata a farmi un giretto nei
dintorni per prendere confidenza con il nuovo ambiente. Prima da
sola, poi con Z. (figlia di D.&D.) e D., una delle ragazzine che
trova supporto presso Shanti.
Per
cena sono stata invitata a fermarmi al centro per delle deliziose
dosa con chatni. Che bonta'! Era un po' che non li mangiavo, ma da
brava mi sono fermata a 2 e mezzo, perche', fosse stato per la cuoca,
la produzione era continua...
Ora
sono seduta sul terrazzino. Mi piace qui. Il cuore del quartiere dei
pescatori. E' molto tranquillo. E' molto pittoresco. E' molto reale.
E' molto India.
Cambio
di programma: tra una cosa e l'altra, sono gia' in fase trasloco. Sto
sistemando la mia roba nelle sacche per trasferirmi domani
direttamente a casa di D. e D.. Pagare a loro l'affitto significa
contribuire ad aiutare i bambini del centro Shanti, che spero di
supportare anche con qualche idea intelligente.
Se
c'e' una cosa che sicuramente mi portero' a casa da quest'anno e' far
fronte ai cambiamenti improvvisi, siano essi opportunita' o
imprevisti. Qui sono all'ordine del giorno.
In
mattinata ho incontrato S., il ragazzo che sta lavorando al casting
per il film tollywoodiano. Sembra simpatico e, comunque, il fatto che
in questo eventuale progetto sia coinvolto anche J., il marito di A.,
mi fa stare tranquilla.
Il
film parlera' di una famiglia inglese che si trasferisce in India per
dedicarsi alla coltivazione del the. Il regista sembra essere molto
famoso in Tamil Nadu e di quelli che evitano di girare film
commerciali. Staremo a vedere! Prima di tutto, devono selezionarci.
Stasera
vado a cena con la coppia francese, che e' appena venuta ad
alloggiare qui. Pondy, come per tanti prima di loro, e' una tappa di
un giro nel sud dell'India. E io che ho sempre pensato fosse il nord,
quello da visitare...eheh! Quante se ne imparano :)
Oggi
speravo di aggiornare il blog-diario fino a ieri, invece da
stamattina, per 4/5 giorni, avro' operai su in terrazza a lavorare al
nuovo tetto in tegole. Non solo, quindi, avro' il via-vai e i rumori,
ma non potro' nemmeno usare internet. Che barba, che noia!
Il
19 o il 20 mi trasferisco da A. e J.. Alla fine, per l'ultimo mese
qui a Pondy ho trovato come sistemazione la casetta di D.&D.,
amici di E. (l'insegnante) e suo marito. Gente fidata, che passa le
giornate a prendersi cura di 130 bambini. Non vado prima, perche' in
quella zona salta spesso la corrente e, avendo in agenda la visita di
M. e A. (la coppia di francesi conosciuti in ASSIST), mi sembra
carino ospitarli al meglio avendone la possibilita' e casa di A. e
J., che gentilmente hanno dato il consenso, e' decisamente una casa
molto accogliente.
Nel
pomeriggio ho contattato D. per andare a vedere la casetta, ma il
compleanno della figlia ha comprensibilmente catalizzato l'attenzione
dei genitori. Pace amen. Ho tempo per andare.
Rientrando
da E. e F., dove ormai si sono stabiliti definitivamente anche A. e
J., che hanno preparato pollo per tutti, ho trovato una simpatica
proposta per me: partecipare al casting per una comparsata in un film
di Tollywood, la Bollywood di Chennai. Gia' immagino l'espressione
divertita di mio cognato quando glielo dico. Hihihi!
Anche
per la spedizione in Thailandia si stanno smuovendo le acque. Si
parla di 3 o 4 settimane lontane dalle piogge indiane. Olle'!
Mi
ha anche telefonato G. (Country manager India del CESVI), in partenza
per una settimana in Italia prima del grande viaggio in Nepal. E'
stato carino. Spero che non vada a finire in un posto troppo remoto,
dove ne' internet ne' telefono funzionano. Sara' giovane e
strampalato, ma si e' rivelato un bravo e buon mentore.
La
mia proposta di affittarmi una camera sembra essere piaciuta ad
A.&J.. La casa in cui andranno ad abitare ha 2 camere, oltre alla
loro, che rimarrebbero inutilizzate. “Perche'
no?! Si puo' fare!”.
A meta' maggio potrei trasferirmi da loro :)
Nella
testa mi sta frullando da un po' l'intenzione di fare un corso di
francese intensivo. Sono nel posto giusto per praticarlo anche per
strada, visto che Pondy era una colonia francese. Mi era stata
suggerita una scuola dietro dove vivo ora, ma ho poi saputo che chi
me l'ha segnalata aveva abbandonato il corso perche' non buono...Che
mondo strano!
Con
A.&J. avevamo promesso a Y. e Z. di cucinare gli gnocchi per
loro. Una promessa a un bambino, si sa, va sempre mantenuta! Alle 18
ci siamo ritrovati a sbollentare le patate, pelarle, schiacciarle,
amalgamarle con uovo e farina e a fare i serpentelli da cui tagliare
i desiderati gnocchetti. Un ottimo burro e salvia ci stava proprio
bene.