29 feb 2012

29 febbraio 2012


La giornata di oggi e' stata parecchio impegnativa.
E' iniziata con un viaggio in moto di un'ora e mezza, attraverso un paesaggio secco e incolto, ma a modo suo bello e affascinante, che ci ha visto “nuotare tra bufali e capre”.
La meta era il villaggio di Desireddy Palle, dove ci attendevano i genitore di 30 bambini, che vivono e studiano presso il Centro grazie al supporto di AIB.
I presenti si sono rivelati entusiasti e grati per l'opportunita' che viene data ai loro figli. La maggior parte ha espresso apertamente l'intenzione di far proseguire gli studi ai propri bambini, sebbene la situazione economica delle famiglie sia decisamente precaria. L'occupazione principale in questo villaggio e' il lavoro agricolo, che, per le temperature troppo elevate nel periodo estivo, non permette alcuna attivita' nei campi, con la conseguenza che molti abitanti restano senza un salario. Per ovviare a questo problema, ogni anno cercano di svolgere attivita' alternative: c'e' chi si dedica alla pastorizia, chi si trasferisce in altre citta'.
Nemmeno la gestione oculata di risparmi e prestiti dalle banche da parte dei Self Help Group, che investono gli importi a disposizione per implementare le tecniche di coltivazione e le altre attivita' svolte dagli abitanti del villaggio, genera introiti sufficienti a cambiare lo stato di necessita' del villaggio.
Nel salutare le persone appena incontrate, riflettevo su quanto non sia affatto scontato, generalmente, trovare riconoscenza negli occhi o nei gesti delle persone. Ogni volta che ho visitato un progetto, pero', ne ho trovata in abbondanza. Talmente tanta, che mi chiedo se, durante le presentazioni fatte dai miei accompagnatori, non siano state aggiunte imprese straordinarie di cui non sono a conoscenza. Personalmente, non mi sembra di aver fatto nulla di particolare, eppure, ogni volta, le persone mi hanno ringraziato, cercata per una stretta di mano, invitata nelle loro case per potermi coccolare e, ogni volta, avrei voluto poter parlare la loro lingua e spiegare loro che non sono io quella a cui destinare tutto questo, ma so che sarebbe solo un “aggiungere”, il loro, non un “sostituire”.
Si, qui c'e' tanta gratitudine.
La seconda tappa e' stata in una scuola statale frequentata da 116 studenti, di cui 7 supportati da AIB.
L'incontro con il preside si e' rivelato decisamente interessante, perche' abbiamo parlato di tassi di abbandono scolastici. Ci raccontava, infatti, che dopo la classe 10 (generalmente frequentata da bambini di 15-16 anni), un buon 10-15 % degli studenti non prosegue gli studi. Di questi, la maggior parte e' composta da bambine. Purtroppo, la motivazione e' ancora legata alla minore importanza che viene data all'istruzione impartita alle figlie femmine, viste piu' “utili e retributive” se mandate a lavorare o se fatte sposare anche in giovanissima eta'. Far sposare una figlia minorenne e' illegale, ma, per quanto nel diritto di farlo, nessuno si prende la briga di denunciare queste situazioni. Vige l'omerta' e il disinteresse piu' totale a riguardo. Che tristezza!
Mentre ascoltavo queste parole, per me totalmente assurde, guardavo gli occhi delle studentesse che, coi loro compagni, si erano nel frattempo raccolte intorno a noi e non ho potuto fare a meno di chiedermi quante di loro siano destinate a un cosi' per me assurdo destino.
Siamo rientrati al Centro che erano le 15 passate. Ero accaldata per il sole a picco sulla testa durante il lungo tragitto in moto. Rintronata dalla quantita' di informazioni raccolte. Affamata per il mancato pranzo. Triste per il pensiero di come debbano vivere le donne in questo Paese...forse e' meglio mettere un punto qui.
Ora mi concentro sulla nuova musica che ho scoperto stasera grazie a M. & A. e alla voce contenta di mamma quando ha riconosciuto la mia voce al telefono...
...Moooolto meglio!


I genitori presenti all'incontro

A scuola con i ragazzi di Desireddy Palle

28 feb 2012

28 febbraio 2012


Tra gli insettini fastidiosi e il caldo per il malfunzionamento del ventilatore, la notte e' andata in bianco. Olle'!
Durante la passeggiata mattutina, mi son fatta una bella chiacchierata con R.R.. E' proprio una persona piacevole!
Complice il fatto che, camminando, abbiamo trovato montagne di pietre accatastaste sul ciglio della strada, mi ha anticipato qualcosina sull'ardesia, sul suo iter dalle cave alle case di tutto il mondo e su come il materiale di scarto venga invece utilizzato per innalzare i muretti intorno alle proprieta'.
Mi raccontava anche che, come a Bollapalli, anche qui il gruppo rivoluzionario dei Naxal rende la zona occidentale dell'area di Markapur non propriamente sicura. “Non ci sono problemi da queste parti. Niente paura!”. Se lo dice lui...
Alle 9:30 A. e sottoscritta siamo saltati sulle moto e ci siamo diretti alle cave. Ragazzi, fanno impressione! Alcune, aperte 100 e piu' anni fa, sono gigantesche e ancora offrono la possibilita' di sfruttarle: si fa esplodere un po' di dinamite per aprire nuovi varchi, poi, armati di bastone, si vanno a cercare le “preziose” pietre.
Inutile dire che le misura di sicurezza sono inesistenti, visto che si lavora a mani nude, con gli infradito o i sandali ai piedi e il caschetto non si sa nemmeno che cosa sia. Se penso che fino a non molti anni fa (una decina) anche i bambini venivano impiegati in queste fornaci naturali...Al loro posto, ora, vengono impiegate le donne, che, come i bambini, hanno un costo per mano d'opera inferiore a quello degli uomini.
L'azione di sensibilizzazione di alcune Organizzazioni no profit nei confronti del Governo locale ha portato all'introduzione di macchinari per il sollevamento delle pietre, cosi' che ora non ci sono piu' catene umane, che si passano di mano in mano ceste cariche di pietre, attivita' che provocava parecchi incidenti anche gravi.
Certo, se poi si guarda lo stato dei macchinari e dove questi vengono piazzati (sull'orlo del precipizio, senza alcun contrappeso di tutto rispetto), si puo' facilmente immaginare che, sebbene il numero di lavoratori per cava sia diminuito drasticamente (da 20/30 a 6/7), lo stesso non si puo' dire della percentuale di infortuni sul lavoro. Speriamo sia solo questione di tempo!
L'orario di lavoro va dalle 6 alle 14, perche' dopo il caldo diventa insopportabile. Per me e A. gia' alle 10 era quasi proibitivo. La polvere, il riverbero dei raggi del sole sulle pietre. Da togliere il respiro. Povera gente!
Tutte le cave della zona sono di proprieta' del Governo, che le da' in concessione a privati per l'estrazione dell'ardesia. Non mi e' stato detto a quanto ammontino gli importi dovuti allo Stato ne' quanto costi il trasporto, so solo che per ogni camion carico il gestore della cava paga circa 4/5000 Rs, in cui sono compresi i salari dei 7 malcapitati e il diesel per far funzionare i macchinari. Lo stesso carico, rivenduto al mercato gli frutta 20/25000 Rs. Mah!
La seconda tappa e' stato il villaggio di Rayavaram, dove vivono piu' di 1200 famiglie, per un “latrines tour”: nel 2011 sono state infatti costruite 35 nuove latrine (che si aggiungono ad altrettante fornite nel 2010), grazie al progetto “Water & Sanitation” di AIB.
Al di la' del solito imbarazzo ogni volta che abbiamo bussato a una porta per farci mostrare la latrina domestica, devo dire che mi piace vedere come un “bene” del genere, che in Occidente diamo assolutamente per scontato, qui possa fare la differenza nelle vite delle persone. Alcuni sono estremamente orgogliosi di avere una latrina familiare a loro disposizione. Che storia!
Causa sciopero dei lavoratori statali, abbiamo dovuto cancellare dal programma della giornata la visita alle fabbriche di ardesia, pertanto siamo rientrati al Centro per mangiare con S. e M., che erano rimaste a scuola coi bambini.
Non c'e' che dire: qui si mangia decisamente bene! Peccato solo che mi tocca stare a dieta...mannaggia!!!
Come promesso ieri ai bimbi, nel pomeriggio siamo andati a giocare con loro. Ci siamo dati al cricket, per somma gioia dei maschietti, che ci incitavano, applaudivano e incoraggiavano esultanti. Facevamo pena, ma ai loro occhi eravamo quasi degli eroi. Evvai con l'ego alle stelle!!!
Siamo tornati in camera esausti, ma super allegri e contagiati dall'entusiasmo dei bimbi. Ad attendere S. e sottoscritta il bagno allagato e la prospettiva di una doccia in equilibrio sulla turca...Gondal docet!
In serata ci siamo dilettati con giochi di prestigio con le carte e le immancabili risate da mal di pancia. Proprio una bella compagnia :)


Una cava di ardesia


La squadra di kho-kho...

...e quella di cricket

27 feb 2012

27 febbraio 2012


Siamo a Markapur. Per tutta la settimana la piccola Europa restera' in visita in quest'area dal clima secco e caldo, dove AIB sostiene 300 bambini, appartenenti a minoranze religiose o alle classi/caste piu' basse, attraverso un progetto di adozione a distanza.
Qui il 70% della popolazione lavora nell'industria dell'ardesia, chi nelle cave per l'estrazione, chi nelle fabbriche per la lavorazione. Il restante 30% si occupa di agricoltura o di pastorizia.
Il viaggio, di quasi 3 ore, e' stato rallentato da una foratura a pochi km dalla nostra destinazione. Povero M., sotto il sole cocente a cambiare la ruota :/
Mentre attendavamo di ripartire, scesi dalla macchina per evitare l'effetto serra, noi 4 europei cercavamo di non ustionarci i piedi dando le spalle al sole. Ce l'abbiamo fatta solo in parte...
Il Centro, dove 210 bambini vivono e studiano, e' un complesso molto grande, suddiviso in due parti, ognuna su un lato della strada. In una ci sono aule e dormitori per bambini e insegnanti, nell'altra gli uffici, i dormitori per lo staff e le camere per gli ospiti. Ci sono anche una stanza per l'assistenza sanitaria, dove un addetto si prende quotidianamente cura dei piccoli disturbi, e un edificio dove gli studenti delle classi 6 e 7, ogni giorno, frequentano un vocational training in sartoria (le bimbe) e di tecnologia (i maschietti).
Sebbene la zona sia rocciosa e non particolarmente verde ne' ospitale, abbiamo trovato il posto davvero accogliente.
Dopo il pranzo (i chapati sono uno spettacolo di bonta'!!!) con R.R. (Coordinatore Area), ci siamo presi un'oretta per riposarci e per evitare la temperatura proibitiva delle ore centrali. Non che nelle camere fosse particolarmente fresco, anzi, ma fuori ci saranno stati 37 gradi e...se non si ha fretta o necessita', perche' soffrire a ogni costo?!?
Verso le 15:30 ci siamo fatti coraggio e siamo andati a salutare, classe per classe, tutti i bambini del Centro. 210 sorrisi tutti per noi. Che immagine stupenda! L'eta' media degli studenti di ogni anno e' superiore a quella che ci saremmo aspettati. Molti dei bambini che avevamo davanti, infatti, prima di rientrare nel progetto, lavoravano nelle cave o nei campi con le famiglie oppure frequentavano la scuola irregolarmente per badare ai fratellini minori.
Siamo rimasti con i bimbi dalle 16:30 (orario di fine lezioni) fino alle 18. Volevano a tutti costi farci giocare con loro a cricket, kho-kho o acchiapparella, ma la calura e la stanchezza per il viaggio ci hanno costretti a rimandare.
A domani, piccole trottole!


Gira la ruota, girala-la!

Una classe...


...tira l'altra

26 feb 2012

26 febbraio 2012


Dopo 3 mesi e mezzo che sono qui e non so quante volte che ci sono passata davanti, stamattina sono andata con il resto della ciurma europea a visitare il tempio induista qui vicino.
Non c'era nessuno, se non quelli dello “staff” che vive li'. Detto cosi' suonera' male, ma e' la stessa auto-definizione della gentilissima guida del nostro tour.
Abbiamo suonato campane ognuna caratterizzata da un “Dong” differente (una era simile all'“Ohm”). Abbiamo respirato l'incenso. Ci siamo fatti disegnare il terzo occhio e coprire il capo di petali di fiori. Abbiamo bevuto (in realta' per finta, perche' abbiamo scoperto dopo che non era acqua, bensi' latte di cocco) e mangiato (una manciatina di pezzetti banane e chicchi di zucchero). Ci siamo fatti mettere una specie di copricapo metallico sulla testa. In poche parole: abbiamo fatto il percorso del buon induista in visita al tempio per pregare. Con tanto di mancia/offerta e foto di gruppo. Peccato solo non aver capito esattamente il senso di ogni gesto compiuto...
Il rientro al Centro ASSIST, sotto il sole di mezzogiorno, e' stato duretto, per quanto la distanza sia meno di un Km...caldoooooooo!!!
Ho approfittato dell'oretta prima di pranzo per preparare la sacca per domani. Che bello: una settimana in visita a Markapur! Con me verranno anche S., M.&A.. Ci sta che si aggreghino per vedere anche loro com'e' la realta' nei villaggi. Non so quanto staremo insieme, perche' io avro' da fare con R.R., il coordinatore area, ma so che loro sono contenti di venire e magari un modo per girare anche un po' insieme lo troveremo. Intanto penso a fare quello che devo fare. Il resto, in caso, verra' sicuramente da se'!
Come spesso mi capita di domenica all'ora di pranzo, mi son messa a pensare a cosa avremmo potuto fare noi volontari, nel pomeriggio, per non rinchiuderci nelle nostre stanze. La prima idea che mi e' venuta in mente, nonche' la piu' banale, e' stata provare a sentire se V. era a Guntur per avere la scusa per una gita fuori porta. Nella mia testa c'era ancora il ricordo di domenica scorsa, quando siamo andati a prenderla con M. a casa sua a Thubadu. Il resto del gruppo era prevedibilmente d'accordo con la proposta...direi quasi entusiasta...
V. e' sempre cosi' carina che, pur di farci andare comodi, si e' messa a chiamare tutti gli autisti di sua conoscenza per farci andare in macchina. Noi eravamo piu' che felici e contenti di prendere anche il bus. Anche quella e' un'esperienza che prima o poi va fatta :). E cosi', alla fine e' andata: affidandosi alla mia esperienza di veterana e con un paio di indicazioni da V., ci siamo avviati alla fermata del bus lungo la strada principale. Al primo che si e' fermato abbiamo chiesto se si fermasse a Guntur. Per nostra somma gioia c'e' andata bene alla prima: la risposta e' stata affermativa. Tenetevi forte, che si va come sulle montagne russe! Olle'!!!
L'appuntamento con V. era nello stesso incrocio dove gia' con R. (la canadese) ci eravamo trovate il giorno di Natale. Con i nomi faccio pena, ma per mia fortuna, generalmente, ho un buon senso dell'orientamento e una buona memoria visiva...siamo scesi alla fermata giusta e pochi minuti dopo V. ci ha raggiunti. Ammetto di aver tirato un sospiro di sollievo, visto che avevo in affidamento 3 poveri cristiani...
Essendo in citta', ne abbiamo approfittato per fare delle compere (come sono contenta della mia nuova maglietta “Supercalifragilistichespiralidoso”, eheh!!!), con il risultato, pero', che abbiamo fatto un po' tardi. V. e' proprio una santa!
E ora...goodnight & sweet dreams :)



25 feb 2012

25 febbraio 2012


Oggi e' stata una di quelle giornate iniziate non benissimo, ma terminate alla grande :)
L'ufficio era semi deserto e il lavoro da fare, in particolare per noi occidentali, praticamente nullo.
Per smuovere un po' il torpore della mattinata mi sono fatta accompagnare dalle due “altro che Charlie's Angels” dal sarto per uomo, per vedere se si prestava a cucirmi i pantaloni usando i miei come modello. Macche'! Li ha guardati, li ha rigirati piu' volte tra le mani e poi mi fa “prova da Uha! E' il negozio di sartorie per le donne”.
Tralascio i commenti sulle indicazioni stradali per raggiungere “Uha tailor” che e' meglio...Avremo camminato mezz'ora e ogni tot chiedevamo ulteriori indicazioni, che pero' sembravano portarci sempre piu' lontane dalla destinazione dataci dal sarto.
Alla fine, tra il caldo e lo scoramento, abbiamo desistito e fatto ritorno in ufficio. Che beffa!
Diciamo che nel rientrare il mio nervosismo ha iniziato a farsi sentire. Ogni tanto mi sta stretto questo non riuscire a capirsi con le persone. E' vero che parliamo lingue diverse, ma, santo cielo, perche' rispondere a caso se non si conosce la risposta corretta? Non e' meglio dire semplicemente “Mi dispiace, non lo so” ed evitare perdite di tempo ed energie inutili? Che modo cretino di non offendere il prossimo che hanno certi individui qui...
In ufficio ho domandato anche ai colleghi se avessero idea di chi fosse “Uha tailor”. “Yes!”. Anche qui, meglio evitare commenti sulla spiegazione di come arrivare al negozio...
...Il mio nervosismo...e frustrazione...in netto aumento. Si salvi chi puo'!
15 minuti di musica sdraiata sul letto dopo pranzo non sono stati sufficienti per placare il mio malumore. La situazione sembrava proprio destinata a degenerare. Lo so, suona stupido, ma sono mesi che sto dietro a 'sta storia dei pantaloni e...prima mi arriva il suggerimento sbagliato sul dove e che tipo di materiale comprare. Poi nessun sarto di professione vuole cucirmi i pantaloni. Quando trovo la persona che puo' farlo, anziche' seguire le indicazioni per le correzioni, fa di testa sua e combina un mezzo disastro...Nel frattempo, anche il secondo paio di pantaloni, arrivati dall'Italia, rischia di finire in archivio...“No fair at all”!!!
Come promesso a due colleghi, verso le 14:30, gli europei si sono presentati nella classe del vocational training per scattare delle foto da usare in qualche report e nel sito. Insegnati e apprendiste sarte erano manco a dirlo super felici di questa nostra intrusione fotografica...Tra gli uni e le altre, non so quante foto ci han fatto scattare...
Con me avevo la stoffa e i pantaloni-modello da portare a “Uha tailor”, percio', finito con il set fotografico, ho richiesto informazioni sulla strada a K. e D. (i due colleghi che ci avevano chiesto il favore), che erano li' con noi. Probabilmente mossi a pieta', alla fine hanno deciso di accompagnarci fino al negozio. Grazie, non osavo chiederlo, ma era la soluzione migliore!
Uha era a pranzo. Nell'attesa davanti alla vetrina del negozietto, un tizio completamente ubriaco si avvicina ad A. e gli stringe la mano. K., che era in moto, non appena vista la situazione, e' sceso dalla moto e, mentre cercava di tirare giu' il cavalletto e reggere la moto con una mano, con l'altra ha afferrato lo sconosciuto, lo ha letteralmente tirato via da A. e lo ha accompagnato lontano da noi, fino a che questo si e' seduto a terra e non ne ha voluto sapere di continuare a camminare. E' incredibile come intervengano immediatamente a proteggerci da qualsiasi tipo di contatto considerato inopportuno. Tempo di reazione: 2 nano sec!
Spiegare a “Uha tailor” come copiare i pantaloni portatigli a modello per cucirmene di nuovi e' stata un'impresa non da poco e, devo dire, l'intervento di D. non ha facilitato la cosa. Scopriro' se Uha ha davvero capito solo al mio ritorno da Markapur. Intanto...M. (la francese) preghera' che il sarto non modifichi anche i pantaloni che mi ha prestato come modello per farmene fare un paio uguale...sperem!
Ho scoperto poi che, mentre mi disperavo con Uha tentando di fargli capire come fare i pantaloni, il nostro amico “sono stra ciucco” ha fatto proposte indecenti a S. e a M. per 20 misere rupie...Spilorcio!
La svolta positiva della giornata e' stata durante la cena. Un po' delusi per il menu (“fried rice” anche oggi), all'inizio a tavola eravamo tutti silenziosi. Poi, non so come, dove, quando o perche', abbiamo iniziato a ridere cosi' tanto e cosi' di gusto che alla fine il pensiero di quanto fino a poco prima ci rendeva silenziosi e non particolarmente felici si e' trasformato in motivo di ilarita' contagiosa. Il nostro sabato sera, stava iniziando a prendere una bella piega. Olle'!
A continuazione della serata, tanta bella musica (ho scoperto alcuni gruppi nuovi, grazie ai francesi, che mi piacciono un sacco!!!) e chiacchiere e risate a volonta'!
Anche questa e' India! :)



24 feb 2012

24 febbraio 2012


L'idea di V. di dormire a Guntur per evitarci la levataccia alle 4 e' stata un'idea geniale. Casa sua e quella del cugino sono a pochi minuti dalla stazione...C.&S. han dormito li' e io sono rimasta da V..
L'idea era geniale si', peccato solo non essere riuscita a sfruttarla come desiderato per via del naso tappato...pace amen! Mi rifaro' stanotte!!!
Se penso che M. (l'autista) ha dormito in macchina...Mi diceva V. che, anche se hanno una camera d'albergo prenotata, non la usano se non la mattina per il bagno...incredibile, ma vero!
Alle 4:45 ho chiamato C.&S. per avvisarli che gli stavo portando il the e li ho trovati gia' pronti per partire. Fantastici!
Mezz'ora dopo, eccoci tutti in macchina diretti in stazione. Al nostro arrivo abbiamo controllato il cartellone e V. ci ha fatto subito risalire sulla jeep per andare di corsa all'altra entrata, perche' il treno era sul primo binario, mentre noi eravamo dalla parte del 7'. “Qual e' la vostra carrozza? C1? Allora di qui!”. Prima di salire sul vagone, S. si e' messo a controllare i nomi delle prenotazioni, ma...non c'era da nessuna parte ne' il suo nome ne' quello di C....?!? “Ops! E' il treno sbagliato! Quello giusto parte dal binario 6.”...Per fortuna avevamo 10 minuti per raggiungere il treno corretto passando dal sotto-passo, ma se mi avesse preso l'attacco di riso che era li' li' per scoppiare non so se sarei riuscita ad accompagnarli fino a destinazione :p
Ciao, buon viaggio!!!”.
Loro in treno con destinazione Secunderabad, noi in macchina per rientrare a Chilakaluripet. A ognuno il suo :)
L'accoppiata delle 4:30 caffe'-the mi ha tenuta sveglia tutto il tragitto. Per quanto potessi essere stanca, ho preferito decisamente cosi', piuttosto che dormicchiare male per nemmeno un'ora e dovermi riprendere all'arrivo. Sapevo sarebbe stata una giornata difficile, visto anche il raffreddore ancora in fase “occhi brucianti e naso colante”. Forza & coraggio!
Ora che posso dire di essere sopravvissuta a questa giornata, sebbene in uno stato comatoso, mi prendo una Tachipirina e mi butto a letto. Alle 21:30. Si, si!



23 feb 2012

23 febbraio 2012


Ogni tanto mi sento un po' folle, ma ci sono delle abitudini, tipo la passeggiata, a cui non mi va di rinunciare, sebbene la sveglia sia fissata solo 5 ore dopo che ho spento la luce e in programma abbia una giornata in visita a un progetto.
Alle 9 ero pronta per prendermi cura di C.&S., a cui avevo suggerito di dormire un po' di piu' per riprendersi dal viaggio ed essere freschi per la giornata fuori porta.
Entrambi sono cantanti lirici, si trovavano a Mumbai per un concerto e...“gia' che siamo in India, perche' non ne approfittiamo per andare a conoscere di persona i bambini che supportiamo con l'adozione a distanza?!?”. Presto detto, presto fatto! A costo di farsi un “tour de force” (perche' quello che li aspettava questo e', un giro bello tosto), hanno prenotato aereo e treno e sono arrivati qui. Se penso che domattina hanno il treno per tornare verso nord alle 5:45...Davvero fantastici!
Mentre facevano colazione, mi hanno raccontato di loro e di come sono arrivati a cantare Opere in teatro. Lei, madre pianista e padre cantante, era in qualche modo gia' addentro al mondo della lirica. Lui, invece, veneziano, ha una di quelle storie del tipo “cantavo per strada e un agente si e' interessato a me”, con un passato da venditore di “gondolette” con la passione per l'Opera e l'ambizione di diventare un gondoliere canterino, scoperto per caso mentre canticchiava riordinando la sua bancarella. Wow!
Tempo di fare un veloce giro di presentazioni che si e' fatta l'ora di mettersi per strada. Con noi e' venuto anche M. (e chi se non il mio fidato compagno di avventure?!? A parte tutto, segue lui il progetto a Piduguralla, percio' non poteva essere altrimenti...)
Mi viene difficile scrivere di questa giornata, perche' non so se saprei trovare le parole giuste per descrivere quel che han provato i protagonisti di oggi. Gioia. Sorpresa. Paura. Curiosita'. Soddisfazione. Orgoglio. Imbarazzo. Pienezza. Stupore. Affetto. Gratitudine. Responsabilita'. Determinazione. Entusiasmo. So che i volti di C.&S. erano davvero luminosi...raggianti!...e io sento fortunata per aver potuto condividere un giorno cosi' definitivamente “piu' unico che raro” con due persone che, decidendo di intraprendere un viaggio notevolmente impegnativo per incontrare dei bambini, hanno dimostrato una grandezza d'animo non indifferente.
Grazie, C.&S., per l'esempio che avete dato e che spero sara' seguito presto da tante altre persone!


C. e la piccola e dolce S.

S. con il simpatico K.



22 feb 2012

22 febbraio 2012


Stasera e' arrivata una coppia di coniugi italiani, C.&S.
Essendo loro connazionale, nonche' “ospite senior”, mi e' stato chiesto se potevo andarli a prendere in stazione alle...23:50??? “Certo, che ci vado :)”.
Dopo cena, facendo leva anche sulla stanchezza da notte in bianco di A. (il francese), mi sono stesa sul letto per una pennichella pre spedizione. Quando e' suonata la sveglia, alle 22:30, mi sono resa conto di quanto stessi dormendo profondo, tanto che alzarmi e mettermi in macchina mi son costati parecchia fatica, ma un impegno e' un impegno. Come quando facevo i turni di notte in ambulanza. Poteva fare un freddo cane, piovere o anche nevicare, cosi' che tra la sonnolenza e la bassa temperatura si era completamente intirizziti, ma alla chiamata del 118 si prendeva e si andava. Senza se, senza ma.
Durante il tragitto ho faticato a non riaddormentarmi. Se mi fossi lasciata andare, risvegliarmi in stazione sarebbe stato davvero traumatico. Tra pizzichi, sobbalzi e concentrazione sono magicamente riuscita nell'intento. Quasi mi sarei data una pacca sulla spalla da sola...
La stazione di arrivo di C.&S. era quella di Guntur. Incredibile questo fatto: ci sono posti in cui non si va mai, poi, per una serie di coincidenze, in un periodo molto breve, ci si capita piu' volte. I casi della vita.
Alle 23:10 io e A. (l'autista) eravamo pronti ad accogliere i nuovi ospiti. Tempo pochi minuti che la voce dell'altoparlante ha annunciato che il nostro treno stava entrando in stazione. “Ma come, non doveva arrivare tra mezz'ora??? Per fortuna siamo gia' qui!”.
Stavolta, non solo avevo parlato con C. nel pomeriggio, ma avevo anche il numero per contattarla in caso non ci fossimo trovati all'uscita. E di fatti, com'era capitato con la coppia francese, anche C.&S. Sono usciti dalla parte ovest, anziche' dalla est. Per fortuna potevamo contattarci!
A presentarsi una coppia vitale ed entusiasta. Ragazzi che ventata di allegria! Improvvisamente non ho piu' sentito il sonno e la stanchezza e mi sono lasciata coinvolgere dalla loro curiosita', al punto che mi sono ritrovata presso il Centro ASSIST come per magia. Mi hanno fatto un sacco di domande sul progetto, sui bimbi, sulle attivita' e nel mentre richiamavano l'attenzione l'uno dell'altra per mostrarsi templi e situazioni di quotidianita' locale. Che bella la loro capacita' di stupirsi!
Accompagnatili nella loro stanza, ci siamo accordati per gli ultimi dettagli relativi a sveglia e colazione. Li' si' che ho accusato la stanchezza, forse per via di un forte mal di testa che, dopo una tregua di qualche ora, e' tornato a farmi compagnia.
Chiaramente, appena appoggiata la testa sul cuscino, non poteva mancare il dubbio amletico sull'acqua da bere: “ce l'avranno o, con 'sto caldo, mi moriranno di sete?”. Ammetto, non ho avuto ne' la forza ne' il cuore di andare a controllare. Ho sperato che, in caso, avendo il mio numero a disposizione h 24 mi avrebbero semmai chiamata per chiedermi una bottiglia o due. Invece nulla, percio'...corro a nanna, che e' quasi l'1 e domani mi aspetta una giornata a Piduguralla con i nuovi ospiti.



21 feb 2012

21 febbraio 2012

Stamattina, durante il meeting delle 8:45 posticipato a oggi, visto che ieri era MahaShivaratri (la festa di Shiva), M.&A. si sono ufficialmente presentati allo staff di ASSIST. A loro, fortunelli, e' andata meglio che a me, senza domande sugli studi fatti, sul lavoro, sulla citta' di provenienza, etc. Va beh, fatto e' che il gruppo si infoltisce sempre piu' e ne siamo tutti contenti :)
Altra novita' di oggi: d'ora in poi, anche noi volontari parteciperemo all'incontro settimanale sulle attivita' svolte durante la settimana precedente e su quelle in agenda per quella entrante. In altre parole, saremo considerati a tutti gli effetti parte dello staff lavorante in questa Organizzazione. Mi sembra una buona opportunita' per capire meglio dinamiche, attivita', progetti, opportunita'. Bene, bene, bene!
Unica fregatura della giornata, per altro di per se' allegra e tranquilla, il secondo paio di pantaloni commissionato alla sarta ha il cavallo cucito male. Morale: non mi stanno. Se penso che il primo paio andava solo allargato in vita per essere perfetto...La richiesta era di replicare aggiungendo 3-4 dita all'altezza della vita, ma...le dita le aggiunte, togliendole altrove...Non c'e' 2 senza 3, percio'...ho ancora 3 m di stoffa da investire per farle fare pratica. Speriamo sia la volta buona!
Per concludere in bellezza, cocomero (o anguria che dir si voglia) per tutti. Olle'!!!


20 feb 2012

20 febbraio 2012


Non c'e' fretta. Nessuno ci corre dietro. In India, ci si puo' prendere il proprio tempo”.
Con calma, sebbene nemmeno troppa per la voglia di mare, il gruppo in partenza per Vetapalem ha lasciato la base alle 9:20. B. (l'autista) e' venuto con la moglie e una cugina. Piu' si e', piu' ci si diverte ;) .
Inutili i nostri sforzi per far sedere sui sedili posteriori, anziche' su quelli nel bagagliaio, la moglie di B. in cinta di 5 mesi. Quanti formalismi fuori luogo a volte...!
A Chirala si e' aggiunto anche M. (il responsabile del Centro ASSIST di Vetapalem e nostra guida locale della giornata), che si e' andato pure a sedere dietro. Come potessero starci in 3 ancora non mi e' chiaro, ma di nuovo non c'e' stato verso di cambiare le carte in tavola...contenti loro...
Siamo andati nel Resort delle spedizioni precedenti. Sempre un luogo molto accogliente! Con nostra meraviglia vi abbiamo trovato un gruppo numeroso di musicisti norvegesi in zona apparentemente per un concerto o, comunque, una qualche occasione musicale. Se la giocavano a beach volley e sembravano noncuranti del sole a picco. Che resistenza!
Oggi le onde non erano particolarmente pronunciate. Era piu' che altro un calmo e regolare andare e venire...che pace! E poi la sensazione unica camminare nell'acqua lungo una spiaggia cosi' lunga e invitante che non volevo smettere di fare un passo dopo l'altro. Con me e' venuto M. (la nostra guida) con la mia macchina fotografica al collo, che scattava foto a ruota. Mi piace un sacco 'sto fatto: lui si diverte e io ho delle belle foto. Cosa chiedere di meglio?!?
Cotti dal sole, ci siamo diretti al Centro ASSIST che saranno state le 13 passate. S. c'era gia' stata, ma per i francesi questo piccolo paradiso immerso nella quiete e' stata una fantastica scoperta.
Dopo pranzo, nessuna fretta di muoverci di li'. Solo la voglia di goderci una sana conversazione con intorno il rumore del vento fra gli alberi e il cinguettio degli uccelli.
Elena, next plans?”. Il richiamo della nostra scorta locale e' giunta d'improvviso e inaspettata. “Eh, ora...andiamo a vedere qualcosa...un tempio, un monumento, un bel posto...boh?!? Siete voi di casa. Suggerimenti???”.
Alla fine siamo andati a visitare un piccolo tempio in mezzo al nulla e poi tutti a rimpinzarci al negozio di dolci dell'amico di M.. Non ho osato contare quanti ne abbiamo assaggiati, incalzati dal proprietario, che, ogni 5 secondi, si presentava con una nuova prelibatezza. Come invogliare il cliente a comprare...o a scappare...alla fine eravamo pienissimi. Si salvi chi puo'!!!
Forse ci si aspettava qualcosa di diverso, ma eravamo felicemente stanchi per le belle ore passate prima al mare, poi a rilassarci al Centro, che...andava super bene cosi'!
Siamo rientrati alla base che erano quasi le 18. Giusto in tempo per una lavata e un po' di silenzio nelle nostre camere a far decantare le emozioni della giornata prima di radunarci nuovamente per la cena. Bello poter stare un po' da soli in certi momenti!


Altro che Charlie's Angels!

La piccola Europa

I gitanti


19 feb 2012

19 febbraio 2012


Stamattina ci siamo alzati tutti con la prospettiva di una giornata di riposo casalingo. Non che fossimo particolarmente contenti di non poter sfruttare le ore in modo migliore, ma la domenica e' sempre a rischio per le gite, visto che e' l'unico giorno di riposo anche per gli autisti. Per di piu' domani e' una festivita' induista e, anche andando in bus a Vetapalem, non avremmo trovato nessuno che potesse portarci in giro. Pazienza!
La mattinata ce la siamo tenuti ognuno per se'. Chi ha fatto il bucato, chi ha letto, chi ha dormito. Dopo pranzo, salendo in camera, abbiamo incontrato M. (uno degli autisti). Stupita di vederlo in giro per ASSIST gli ho chiesto come mai fosse da queste parti e la risposta e' stata che stava andando a prendere V. a Thubadu. Non ho esitato un secondo a chiedergli se potevamo andare con lui e il si' e' stato accolto con particolare entusiasmo. Andavamo in gita! Olle'!
A casa di V. abbiamo trovato tutta la famiglia, che si era raccolta in occasione dell'annuncio del fidanzamento della nipote di V.. Erano tutti super eleganti. Peccato non aver scattato una foto!
Non siamo stati molto, ma il fatto di aver visto un contesto diverso ci ha rallegrato. In programma, poi, avevamo festeggiamenti a base di carne bovina (di fatto era bresaola) e vino rosso della Borgogna portati da M.&....Ottima accoppiata :)))
Abbiamo trascorso un'ottima serata, con S. che ci ha fatto ridere a crepapelle con i suoi racconti. Sara' l'accento spagnolo mentre parla inglese, sara' il come si muove, sara' per quello che racconta, fatto e' che prima o poi devo registrarmi uno “sketch” per rallegrarmi nei momenti di down. A coronare il tutto, la fantastica V. che ha trovato per domani un autista (B.) che possa “farci da balia” per andare al mare. Grazie V.! Grazie B.!



18 feb 2012

18 febbraio 2012


In qualita' di “ospite senior”, mi e' stato chiesto da V. di presentare i membri dello staff ASSIST ai nuovi arrivati. L'incarico mi ha messo un pochino in imbarazzo, perche', dopo 3 mesi, ho ancora difficolta' a ricordare alcuni nomi (per cercare di impararli mi metto davanti al poster con l'organigramma e inizio a ripeterli N volte, ma, a quanto pare, non basta, ahime'!). Per togliermi d'impiccio ho fatto ricorso a piccoli stratagemmi, tipo far in modo che ognuno facesse la propria presentazione. Quanto mi piacerebbe, pero', avere piu' memoria e poter fare meglio in queste situazioni. Uff!
In seconda battuta, mi sono messa a illustrare “l'ABC” della vita a Chilakaluripet, compito ingrato, perche' mi sa troppo da “maestrini”, ma...quando s'ha da fa' s'ha da fa'...Orari, regole elementari (alcune imbarazzanti per l'ovvieta', ma, visto il precedente che mi hanno raccontato, ho preferito non dare nulla per scontato), indicazioni di massima su dove/come/a chi chiedere per determinate necessita', dalla sim card locale alla carta igienica, dall'acqua potabile alla riparazione di agevolazioni tecnologiche (v. caldaia per l'acqua calda o ventilatore in camera), dalla corda per stendere i vestiti agli snack.
Una volta data un'infarinatura generale, per lasciare decantare la quantita' di informazioni ricevute, li ho lasciati tranquilli e mi sono ritagliata un po' di tempo per fare due chiacchiere con V., che si sono poi rivelate piu' pratico-organizzative che non di piacere. Mannaggia, in sto periodo e' sempre presissima ed e' difficile trovare un momento per fermarsi entrambe e parlare in tranquillita'. Cosi', per sapere come va, farsi due risate aggiornandosi su episodi divertenti. Prima o poi ce la faremo!
M.&A. avevano la mattinata libera. Giustamente, appena arrivati, era impensabile metterli subito sotto con qualche attivita'. Meglio lasciar loro qualche giorno per ambientarsi. Pertanto ho sbrigato qualche lavoretto, ripromettendomi di portali un po' in giro per bazar nel pomeriggio, visto che mi avevano anche detto di aver bisogno di fare alcuni acquisti.
L'appuntamento per lo shopping tour era alle 16:30. Prima era impensabile per il troppo caldo. Una corda, delle banane, degli infradito e del sapone per lavare i vestiti. “Recepito! Si paaarte!”.
I bambini incontrati per strada, se erano emozionati nel veder passare una sola straniera, con 4 sono andati direttamente in visibilio. Ci hanno accompagnati lungo un buon tratto di strada, riempiendoci di domande, allungando le loro manine, perche' le stringessimo e dandosi di gomito a ogni nostra risposta.
Non avevo mai fatto caso a quanto sia diventata familiare per certe persone qui. Il venditore di banane di fiducia, le commesse del bazar e del negozietto di prodotti per la casa dove mi aveva portato R. (la canadese), ormai mi conoscono bene. Certo, non che ci voglia tanto a riconoscermi nella massa, pero'...anche nei modi, dovuti sicuramente anche al mio essere straniera e quindi ghiotta preda/cliente, ormai si e' creata una certa consuetudine e questo mi piace, perche' mi fa sentire meno straniera, meno forestiera, meno estranea.
Sabato sera a chiacchiera fino a tarda ora (che per me, qui, significano le 23:30), prima di un saluto a mum&dad via Skype per il bacio della buona notte. Dopo aver fatto da sorella maggiore tutto il giorno, anche a me andava una piccola dose di coccole :)



17 feb 2012

17 febbraio 2012


Alla fine ne diventammo 4, giusti giusti per una bella partita a carte. Olle'!
C'e' un po' di Bel Paese, un po' di “Movida” e ora anche di “Nouvelle cuisine”. Un buon mix direi :)
Il comitato d'accoglienza era composto dalle rappresentanti europee gia' sul territorio e da M. (l'autista).
Siamo arrivati in stazione una decina di minuti prima del treno. Ottimo! Mica potevamo far aspettare M.&A. (i due francesi) nel caotico via vai dei passanti curiosi e sorpresi, no?!
Puntualissimo, alle 17:20, l'altoparlante ha annunciato l'arrivo del nostro treno.
M. forse e' il caso di andare sulla banchina ad aspettarli”. “Non possiamo entrare: ci vuole il biglietto del treno per accedere all'area dei binari. Dobbiamo aspettare qui, che e' l'entrata principale”. “Entrata principale” implicava una...anzi due entrate laterali, sicche' ci siamo spostati fuori della stazione, per essere sicuri di avere sotto controllo tutte le uscite.
Dopo 10 minuti, ancora non avevamo avvistato nessuno e, nel constatarlo, abbiamo anche realizzato che non avevamo un numero di telefono per contattarli (cosi' come loro non avevamo il nostro). E dire che avevo anche sentito M. (la lei della coppia) via mail. Che genio che sono a volte, uff!
Aspetta che ti aspetta, mi e' venuto un dubbio atroce. “M. (l'autista), per caso c'e' un'entrata anche dall'altra parte dei binari?. “Si'!”. Non c'era nemmeno da chiedersi dove fossero i due poveri sventurati...
In macchina un po' di chiacchiere di presentazione e tanti sguardi curiosi fuori dal finestrino a guardare le novita'. All'autista sara' venuto il mal di testa. Ops!
In ufficio c'era ancora grande lavorio. Sono tutti impegnati con la survey per un nuovo progetto. Se non riescono a finire domani, gli tocca lavorare anche domenica. Forza, ragazzi!
M.&A. Erano troppo stanchi per il giro di presentazioni, pertanto si sono limitati a salutare V., che sara' la loro responsabile (nei prossimi 4 mesi daranno una mano nell'area progetti), e il Direttore R.R.. Entrambi li hanno congedati, guardando me, con un “Siete in buone mani”. Wow! In 3 mesi sono stata promossa a “ospite senior”. Sono lusingata :D !
Nel pomeriggio, parlando col mio capo milanese, ho anche saputo che mi ha dato 3 su 4 nella valutazione di fine anno. E dire che con SAS cozzo di brutto, perche' parliamo due lingue diverse e ci capiamo poco. “Grazie, G., troppo buono!”.
...Siamo sicuri che oggi sia venerdi' 17???